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Dual in Grundig zarge + SASsy Shure parte 2°: ulteriori considerazioni

GRUNDIG PS 60 PS 71
grundig72 GIRADISCHI

Saluti a tutti, ritorno sul tema dei giradischi Dual commercializzati anche su base Grundig e sulle loro testine, dopo aver ulteriormente curiosato sul web: ho avuto modo di approfondire tre aspetti che ritengo molto interessanti di cui vado a riferirvi.

1) Lo stato dell’arte attuale degli stilo.

Nel precedente articolo “Dual in Grundig zarge + SASsy Shure: intriganti sorgenti analogiche” ho messo in evidenza le qualità degli stilo con taglio Microridge e della versione ancora migliorata degli stilo Jico SAS: facendo ulteriori ricerche sul web mi sono imbattuto in un blog (Zev Audio) tenuto da un utente esperto di Vynil Engine nel quale ha dedicato una pagina alla storia ed alle caratteristiche degli stilo che si sono succeduti sulle testine dal 1950 in poi: qui il link alla pagina originale in inglese, io cercherò di fare un veloce riassunto.

In questa esauriente pagina si spiega che il primo stilo usato quando fu inventato il giradischi fu di forma conica. Tuttavia questa dava dei problemi, normalmente il diametro era troppo grande per seguire le scanalature del solco relative alle alte frequenze: non si poteva ridurre il diametro più di tanto altrimenti lo stilo sarebbe “caduto” dentro il solco senza leggerlo. Un grande passo avanti è stata l’adozione di stili ellittici: di questi ne furono prodotti basilarmente di tre tipi aventi dimensioni diverse:

  • 0,4×0,7 mm erano gli stili più economici
  • 0,3×0,7 mm erano adottati in testine di classe media
  • 0,2×0,7 mm erano utilizzati in testine top di gamma (per esempio questo è la dimensione dello stilo utilizzato sulle Shure M91E, M91ED, M95ED, V15 III°, M75ED T2)

Quando nei primi anni ’70 fu inventato il sistema quadrifonico matriciale ci fu la necessità di trovare stilo che potessero leggere frequenze fino a 45.000 HZ, visto che i due canali aggiuntivi erano registrati in forma matriciale nella banda compresa fra i 25 ed 45.000 HZ. Per fare questo fu utilizzato un nuovo tipo di forma e di taglio del diamante chiamato, dal nome del suo inventore, “Shibata” o Contact Line. Notate che fu inventato negli anni ’50, ma non ebbe alcun successo commerciale in quanto all’epoca aveva una qualità “Ridondante” ovvero che non era sfruttata dalle testine di allora e probabilmente aveva un costo eccessivo. Due sono essenzialmente le forme commercializzate dello stilo in forma Shibata:

  • 6 x 75 microm (disegno grande)
  • 6 x 50 microm (disegno piccolo)

Essenzialmente il taglio Shibata, più sofisticato rispetto a quello ellittico permette una maggiore superficie di contatto fra lo stilo ed il microsolco e questo permette una migliorata lettura delle alte frequenze, ma soprattutto una migliore tracciabilità (quindi minore distorsione e sibilanti sulle alte) ed una misura usura perchè poteva permettere di utilizzare pesi di lettura inferiori agli ellittici. La cosa notevole è che lo stilo Shibata (e le sue versioni migliorative che vedremo dopo) riescono ad andare a leggere parti del microsolco dove l’ellittico proprio non arriva: questo fa sì che se andate a leggere dischi, letti precedentemente solo con stili conici od ellittici vi sembreranno tornare come nuovi, danno nuova vita ai vecchi dischi, preservando molto meglio quelli nuovi appena comprati. Dopo l’uscita dello Shibata, le marche commerciali di allora hanno commercializzato stili a forma simile con propri nomi – esempi:

  • Shure> stilo Iperellittico (V15 IV)
  • Stanton> Stereohedron (681EEE – 7x 72 micro m
  • Altri marchi > Contact Line (varie misure) ed anche Fine line (8x40microm)

Ma non ci si è fermati qui: proprio con la nascita del CD un ingegnere olandese, oggi conosciutissimo, grazie alle nuove tecniche computerizzate, riesce a produrre uno stilo che ricalca fedelmente più di tutti gli altri, la forma dello stilo incisore del master utilizzato dalle presse che incidono il vinile, quindi il non plus ultra: è lo stilo con taglio Van den Hul, che l’inventore comincia a montare sulle sue costosissime testine MC. Questa nuova forma di stilo, sostanzialmente uno Shibata ulteriormente affinato, esalta le stesse caratteristiche positive dello Shibata sopraelencate. L’introduzione di questo stilo scatena la concorrenza preesesistente, dando vita ad una serie di nuove forme di stilo chiamate “Esotiche”, ecco qui sotto un elenco riassuntivo con relative misure:

  • Fritz Geyger 5 x 70 micro m (adottato dalle MC Benz Micro ed altre)
  • Van den Hul 4 x 70 micro m (adottato dalle MC Van den Hul ed altre)
  • Paratrace 4 x 70 micro m
  • MicroRidge 3,8 x 75 mcro m (adottato dalla Shure dal 1984 in poi con la V15 V ma riprodotto anche in stilo per aggiornare la IV (VN45MR) e la III (VN35MR)
    e più recentemente
  • SAS Jico 2,5 x 75 microm adottato da tutti coloro che aggiornano le proprie testine con questo stilo! sono prodotti per un gran numero di testine di marche diverse, tra cui sicuramente le Shure adottate a suo tempo dalla Dual, come ben sappiamo.

Nella pagina del blog Zev audio che vi ho linkato è riportata la durata dello stilo stimata dalla Jico prima che si possa avvertire una distorsione inferiore al 3%, non al punto che comincia a danneggiare i microsolchi (se intendiamo questo per stilo usurato, allora le durate sottoelencate vanno quadruplicate – sempre secondo la Jico), che riassumo qui per comodità:

DURATA DEGLI STILO SECONDO LA FORMA (in ore approssimative)

  • stilo sferico/conico 150 ore
  • stilo ellittico 250 ore
  • stilo Shibata/Contact Line 400 ore
  • Stilo SAS/Microridge/esotici 500 ore

Mi sento di sottoscrivere quanto detto da un utente di Vinyl engine, quando in un thread dove si commentavano gli SAS Jico, affermava che viviamo in un epoca senza precedenti per quanto riguarda il rapporto qualità/prezzo del suono che si può ottenere oggi da testine vintage aggiornate con stilo SAS. Questi stilo di forma “esotica” vengono attualmente montati su testine dai 600 euro in su: faccio notare che moltissime MC blasonatissime nel mondo Hi-end montano stili ellittici: quelli esotici sono spesso riservati a testine MC che costano dai 1.500 euro in sù. Per quell’utente, come presumo gran parte del pubblico che frequenta siti di hi-fi vintage come questo, che apprezza maggiormente le testine MM, è davvero encomiabile che si possa godere delle incredibili qualità di questi stilo a forma “esotica” aggiornandole ad un prezzo di poco superiore ai 150 euro.

Quindi le cosiddette “SASsy Shure” sono testine aggiornate con lo stilo più performante attualmente prodotto. Performante in termini di tracciabilità, minore distorsione e di minore usura dello stesso stilo ed anche ovviamente dei dischi.

2) Conchiglia + portatestina TK 14: un metodo per avere sempre la testina perfettamente allineata e per fare confronti al volo fra diverse testine senza fatica.

Quando poco tempo fa ho cominciato ad interessarmi dei Dual ho notato che, diversamente da tutti gli altri giradischi che conoscevo, la testina non viene fissata direttamente alla cosiddetta “Shell” o “conchiglia” – in italiano – attraverso le viti, ma che le testine fornite dalla stessa Dual erano delle Shure costruite su loro specifiche giusto perché si adattassero ad un loro specifico portatestina che a sua volta andava facilmente attaccato alla conchiglia. Questo sistema permette a chiunque, con l’ausilio di un particolare accessorio di plastica trasparente che una volta agganciato al portatestina funge da dima, di arrivare alla perfetta calibrazione della posizione della testina per ottenere il migliore tracciamento possibile.

DUAL 1219 DIMA

DUAL 1219 DIMA

Come ho già scritto a me personalmente questo mi è sembrato un sistema geniale per permettere a tutti, nessuno escluso, di ottenere il 100% delle potenzialità della testina fornita o acquistata in un secondo tempo senza ricorrere all’acquisto di una dima o all’ausilio di specialisti come negozianti o centri di assistenza. Per amore di onestà intellettuale, questo sistema è visto oggi un po’ come il tallone d’Achille del braccio fornito con i Dual 1019, 1219, 1229 (ricordo che sono i top di gamma delle rispettive epoche di commercializzazione (1019 anni 1965-1969 – mod. 1219 anni 1970-1972 mod. 1229 anno 1973 -74), in quanto non garantirebbe quella rigidità torsionale che è garantita dai bracci moderni, dove la conchiglia portatestina è parte integrante del braccio stesso, tuttavia bisogna ribadire che questi Dual erano pensati per portare ai loro acquirenti una eccellente qualità senza ulteriori pensieri, quindi avevano tutti gli automatismi conosciuti all’epoca, e la gestione del cambio testina era facilitata al massimo.

Ritengo che queste caratteristiche, rivolte all’utente medio, non lo smanettone degli anni ’70, siano oggi caratteristiche vincenti agli occhi di quegli utenti che vogliono avvicinarsi per la prima volta, o riavvicinarsi al mondo del vinile senza troppe complicazioni, per non rimpiangere immediatamente la comodità di un CD. Per fare un esempio che conosco bene, ovvero il mio personale, durante la mia adolescenza mi consideravo un audiofilo attento e smanettone, eppure non so quante volte mi ero dimenticato di togliere la testina a fine disco, distratto da una conversazione con amici, oppure dallo studio, quando la musica mi faceva da sottofondo. Inorridivo quando mi accorgevo che non avevo fatto caso al tipico ricorrente “bump” di fine disco dopo che la musica era terminata da mezzora e spesso molto di più. L’automatismo di spegnimento del piatto e ritorno del braccio in posizione di riposo a fine disco mi sembra una comodità notevole.
Molti dicono che la presenza di tutti questi meccanismi pregiudica un poco la qualità del suono, io sono più propenso a pensare che, con i volumi di vendita che faceva la Dual negli anni ’60 e ’70 si poterono permettere di studiare automatismi di qualità, del tutto meccanici che funzionano ancora oggi dopo 40 anni di ininterrotto servizio, senza compromettere gravemente la qualità del suono.

Oggi si dice che gli automatismi sono banditi a favore della qualità sonica, ma io continuo a domandarmi, già i produttori di giradischi odierni hanno dimensioni poco più che artigianali, e questo comporta costi unitari molto alti (ripartire i costi generali e quelli di ricerca su 2.000 pezzi l’anno è ben diverso che ripartirli su 200.000 – tanto per dare un ordine di grandezza generico ma esplicativo), riuscite ad immaginare cosa costerebbe oggi un giradischi automatico della Pro-ject o della Rega aldilà della sua qualità sonica? Non oso immaginare… Tornando al sistema conchiglia – portatestina della Dual, avevo notato, sbirciando nei loro cataloghi dei primi anni ’70, che alla fine c’era una pagina dove venivano riassunte tutte le combinazioni Portatestina + testina fornite con i loro giradischi: ecco qui il link al loro catalogo 1974-1975

dual74-52

(clicca per ingrandire)

In questa pagina si vede bene che la testina SHURE M91 ED denominata Dual DM103 M-E con il suo portatestina diventa sistema TK 129 (fornita con i dual 1219 e 1229), la testina SHURE V15 III, rinominata semplicemente V15 III L-M con il suo portatestina diventa sistema TK 135 (veniva montata sul Dual 701 – nuovo ammiraglio a partire dalla fine del 1974) e così via. Questa cosa strideva un po’ con il fatto che nei libretti di istruzioni e nei service manual dei 1219 – 1229 il portatestina non veniva chiamato TK 129 ma semplicemente TK 14. A quel punto mi è soggiunta spontanea la domanda: ma allora se trovo una inserzione sui siti tedeschi dove si vende una Shure V15 III L-M con il suo portatestine originale TK 135, riuscirò per esempio a montarla su un Dual 1219 – 1229? Oppure se trovo una inserzione dove si mette in vendita il solo portatestine TK 14, riuscirò ad utilizzarlo sui 1219, 1229, 701 senza problemi?

Ebbene, dopo aver chiesto in forum internazionali, la risposta unanime è stata SI ad ambedue le domande: infatti il sistema TK 129 non è altro che un nome dato da Dual all’accoppiata portatestina TK 14 + testina DUAL/SHURE DM103 M-E, così come il sistema TK 135, non è altro che l’unione fra lo stesso portatestine TK 14 e la testina SHURE V15 III L-M. In estrema sintesi l’ulteriore genialità è questa: comprando ulteriori portatestine TK 14, oppure rimarchiati TK 129, 135 ed altro ancora, sarà poi possibile montare su questi altre testine che Voi vogliate sperimentare, riuscendo così a cambiare la testina con un solo semplice click (limitatamente ai giradischi prodotti dal 1970 al 1976).

DUAL 1219 FOTO PORTATESTINAInfatti, come da foto qui a fianco raffigurata, basta muovere all’indietro il pezzo in metallo cui si appoggia il dito per accompagnare il braccio nel punto di discesa, per fa scendere dalla sua posizione l’accoppiata TK14 + testina montata in origine nel Dual 1219-1229-701 che sia, per sostituirla immediatamente con un altra accoppiata TK 14 + nuova testina da Voi prescelta, riportando il pezzo suddetto nella posizione originale, in cui tutto il sistema viene bloccato.

Non vi sembra mostruosamente semplice fare confronti fra testine, perdendo esattamente quei pochi secondi che servono per smontare la prima accoppiata originale e rimpiazzarla con un’altra scelta da Voi a piacere? Se avete la fortuna di trovare il pezzo di ricambio TK 14 NOS, (New Old Stock), ovvero ancora nuovo proveniente da rimanenza di magazzino, avrete in dotazione anche il famoso pezzo di plastica trasparente che funge da dima ed inoltre un set di vite che serve per adattare la maggior parte delle testine non fornite da Dual al portatestine TK 14. Poichè il TK 14 rispetta lo standard universale di ½ pollice, normalmente i casi sono due: o usate le viti fornite da Dual, o usate quelle fornite con la testina nuova che volete provare.

ALTRA AVVERTENZA IMPORTANTE: se acquisterete le testine Shure rimarcate da Dual come quelle indicate nel prospetto che ripropongo qui sotto, le cose saranno ULTERIORMENTE FACILITATE, perché quest’ultime erano modificate in modo di agganciarsi automaticamente a pressione al TK 14, davvero un sistema a prova di maldestro come me nell’uso della manualità.

 

Modello Corrispondente
Dual Shure
V15 III-LM V15 III°
D105 ED M95 ED
DM103 ME M91 ED
DM101 MG M91 GD
DM95G TYPE G M75G TYPE 2
M91 MG-D M91G
M75 TYPE D M75-6S
M75 MB-D M75B TYPE 2
M44G M44G

Putroppo una parte di queste considerazioni non valgono per il modello 1019, che ha un portatestine denominato TK11 o TK111: comunque sia anche per questo modello, acquistando più portatestine TK11 potrete almeno fare prove comparative fra testine diverse con due soli gesti; certamente non potrete montare un TK11 sui modelli Dual prodotti dal 1970 in poi. Quindi se trovate inserzioni di vendita di portatestine da soli nominati TK 129 etc.. come da pagina più sopra riprodotta, non preoccupatevi, è il solito portatestine quasi universale TK14 che la Dual ha montato su tutta la sua produzione di giradischi che va dal 1970 al 1975. Il fatto di essere marchiato ad esempio TK 129, vuol dire che proviene da un 1219/1229 smantellato: se invece è marchiato TK 135, proviene da un Dual 701 smantellato che in origine montava una Shure V15 III, ma ai nostri fini è abile per accogliere qualunque testina che abbia il sistema di fissaggio ½ pollice ed è montabile su qualunque braccio dei giradischi Dual prodotti dal 1970 al 1975 (serie 12xx + i Dual 601 e 701), che noi abbiamo in casa montati sui compatti Grundig o acquistati separatamente.

 

CORRISPONDENZA SISTEMI
DENOMINAZIONE PORTA TESTINA DUAL EQ. SHURE GIRADISCHI MOD.
SISTEMA TESTINA GRUNDIG
TK 126 TK 14 M91 MG-D M91 G DUAL 1219 PS70
TK 129 TK 14 DM 103 M-E M91 ED DUAL 1229 PS71
TK 128 TK 14 DM 101 M-G M91 GD DUAL 1229 PS71
TK 135 TK 14 V15 III L-M V 15 III DUAL 701
TK 136 TK 14 V15 III L-M V 15 III DUAL 701

RIEPILOGANDO: se volete cercare il pezzo di ricambio con annesso dima e viti originali della Dual provate a fare ricerche con TK 14, nella speranza di trovarne uno NOS (New old Stock), oppure se volete un semplice ulteriore portatestina per poterci montare altre testine per fare confronti, potete cercare con TK e considerare solo quelli con la denominazione vista nel grafico, sapendo che provengono da giradischi smantellati, cosa comunque irrilevante ai nostri fini.

3) Ci sono testine commercializzate oggi da montare in alternativa o come upgrading?

Nel mio precedente articolo ho chiaramente spiegato come, ovviamente IMHO convenga rimanere in casa Shure e, a causa della capacitanza, come testina gli unici upgrading che consiglio sono la V15 III o la M95ed (DM 105ED in casa Dual, venne montata solo sul 1249, che ormai è un trazione a cinghia e non più a puleggia, rimarchiato da Grundig col nome P100) od eventualmente passare a stili SAS della Jico. Tuttavia ho dato uno sguardo alle testine MM odierne che vanno per la maggiore che sono di tre marche diverse:

A) ORTOFON famiglia 2M: sono caratterizzate da un corpo costituito da un materiale molto rigido e vengono proposte con quattro stilo diversi, dal più economico (ellittico al più sofisticato, shibata) che prendono il nome di, in ordine di prezzo e qualità, Red, Blue, Bronze e Black. Tutte le prime tre vengono giudicate come testine dal suono molto aperto e”moderno”, mentre la Black che costa 600 euro viene giudicata come una testina veramente completa dall’ottima timbrica e dall’ottimo dettaglio, forse la migliore MM attualmente in commercio. A parte il problema del prezzo, di molto superiore ad una V15 III usata + stilo SAS, se è vero che hanno peso e cedevolezza compatibili con il braccio dei 1019, 1219 e 1229, rimane il fatto che danno il meglio di sè con capacitanza compresa fra i 200 ed i 300 pf, per cui probabilmente inserite in un sistema vintage Dual Grundig si avrebbe comunque una alterazione della linearità della risposta in frequenza.

DUAL PROSPETTO RISONANZA BRACCIO TESTINA

DUAL PROSPETTO RISONANZA BRACCIO TESTINA

B) Audio Technica: modelli AT440MLA (200-230 euro) ed AT150MLX (350 euro circa): la prima, montando uno stilo micro-line è famosa per avere una eccellente tracciabilità (cosa in cui sono ancora migliori gli stilo SAS) ma anche per una timbrica sbilanciata sugli alti, che ridimensiona il grande dettaglio che restituisce, insomma un suono all’opposto delle Shure con o senza Stilo SAS. La seconda, ovvero la AT 150 MLX mantiene il buono della 440 MLA con in più una timbrica finalmente equilibrata: tuttavia ambedue hanno due caratteristiche che le rendono non perfettamente interfacciabili con i Dual 1219-1229 ed i sistemi vintage Grundig. La prima è che, come al solito, viene raccomandata una capacitanza intorno ai 250 pf, la seconda è con una cedevolezza pari a 10 (contro 20 degli stilo SAS ed i 25-30 delle Shure anni ’70 con stilo originali) ed un peso di 6.5 grammi vanno al di fuori di quel range ottimale di risonanza del sistema braccio-testina compreso fra i 9 ed i 14 hertz.

C) Shure M97 XE: questa testina costa solo 100 euro circa e se a molti piace con lo stilo originale, per molti diventa eccellente con gli stilo SAS dedicati. Si dice anche che in realtà la M97 non sia altro che una V15 VXMR senza lo stilo microridge; quindi aggiungendo lo stilo SAS si viene ad avere un combo di prestazioni assolute. Anche qui non ci sono problemi di interfacciamento per peso e cedevolezza, rimane il problema che anche per questa testina, come la originale V15 V è consigliato di farla lavorare con 250 Pf, quindi in sistemi vintage non sarebbe l’ottimale.

Quindi dopo aver verificato più attentamente le moderne alternative alle vintage Shure M91E, M91 ED, M95ED, V15 III perfettamente interfacciabili ai giradischi Dual-Grundig con gli amplificatori Grundig e relativi stadi phono degli anni ’70 rimane valido il consiglio di provare testine all’interno di quelle appena elencate ed eventualmente di aggiornarle montando gli stilo SAS, che, come abbiamo visto nella prima parte, sono attualmente gli stilo più performanti in assoluto, da tutti i punti di vista.

IL FASCINO DEI VECCHI VINILI

Una volta scelta la testina e lo stilo per noi più adatti, cosa ascoltare per goderci in modo particolare i Dual in Grundig zarge? Io personalmente cercherei quei vinili registrati e masterizzati in analogico, quindi quelli prodotti fino al 1980, per ritrovare quel suono pienamente analogico che stiamo cercando se ci attrezziamo con una sorgente analogica vintage, magari con un occhio particolare per le prime stampe, semplicemente per il vezzo di pensare che quello era effettivamente il suono che aveva in mente l’artista ed il suo produttore al tempo dell’uscita dell’opera prescelta. Quando si ha una prima stampa si ha la matematica certezza che non ci sono rimasterizzazioni successive che hanno magari “reinterpretato” il suono originale.

Altro discorso le riedizioni di case discografiche audiophile che spesso si preoccupano di riportare a noi il suono originale dei master tape originali di opere comprese fra gli anni ’50 e gli anni ’70 su un supporto più performante come il vinile 180 o 200 gr.: qui diventa solo un discorso di budget a disposizione, perchè difficilmente si prendono delle “sole” ma qui sarebbe necessario un altro articolo dedicato a questo argomento. Per il momento vi consiglio qualche ascolto in linea con il periodo natalizio in cui è stato scritto e pubblicato questo articolo.

DEAN MARTIN A WINTER ROMANCE

“A winter Romance” di Dean Martin, uscito nel Novembre 1959 – Capitol records, un disco non solo dalle atmosfere invernali ma anche natalizie, di cui adoro la illustrazione della copertina (è anche e per questo che è una grande soddisfazione maneggiare un 33 giri) qui il link con i codici della prima e delle successive ristampe.

Da questo album vi propongo la nona traccia, un capolavoro di easy listening “invernale”, dalla grande voce di Dino Crocetti alias Dean Martin, uno dei più grandi croooner che ha attraversato il ventesimo secolo ci ascoltiamo “Baby, It’s cold outside”


COPERTINA-nat-king-cole-christmas-song

Lo scorso week-end sono entrato in un punto vendita di una nota catena nazionale di librerie in centro a Mantova e sono immediatamente rimasto fulminato da una canzone irradiata in sottofondo dagli altoparlanti posti nei vari ambienti, cantata da una voce meravigliosa, riconoscibile fra mille anche a bassissimo volume, quella di Nat King Cole, il mio crooner preferito, che interpretava con la sua solita incredibile classe e bravura “The Christmas Song”, tratta dall’album “The Christmas Album” – Capitol records

codice prima stampa mono anno 1962 W1967 (USA)
codice edizione stereo anno 1962 SW1967 (USA)


COPERTINA-ELLA-WISHES-YOU-A-SWINGING-CHRISTMAS-640X640Segnalo un album che per me personalmente è globalmente il più bell’album di canzoni natalizie (ogni volta volta che lo ascolto, non stacco mai fino alla fine dell’album ogni canzone tira l’altra); dalla più grande voce femminile del Jazz, tratto da “Ella wishes you a swinging Christmas” Verve records – anno 1960, vogliate ascoltare questa gemma tra le gemme, il più bell’augurio di Natale “Have yourself a merry little Christmas”

Qui il link ai vari codici delle stampe in vinile, da notare che la stessa Verve ha ristampato questo album su vinile 180 gr. proprio nel 2014.


 Se tutti i consigli precedenti si riferivano ad album comunque ripubblicati su CD, questo si riferisce ad un album che è stato stampato una sola volta in vinile. Mi riferisco ad un album di Ray Conniff, che si potrebbe definire, in modo molto riduttivo, il Fausto Papetti americano. In realtà, con il suo grande coro di voci bianche e la sua grande orchestra, si può dire che fosse il portatore dei valori della classe media WASP americana nella musica (WASP = White Anglo-Saxon Protestant). Mi sento di affermare che Ray Conniff, negli anni che vanno dal 1960 alla fine degli anni ’70, stava al mondo della musica come “Selezione del Reader’s digest” stava al mondo dell’editoria.

Sicuramente riempiva le scalette di Radio Voice Of America (che a Furth – sede della Grundig – sentivano anche attraverso i tostapane, avendo un suo mega-trasmettitore appena fuori città): certamente Ray Conniff, la sua orchestra ed il suo coro sono stati una icona musicale del loro tempo e proprio per questo stesso motivo oggi possono apparire sia fuori moda che interessanti. Io appartengo a coloro che sono incuriositi comunque dal tipo di lounge music che hanno prodotto per tanti anni, cercando di rendere digeribile ai padri 40-50enni degli anni 60-70 la musica che ascoltavano i loro figli. Come Papetti, ogni anno Ray Conniff riarrangiava con il suo stile i più grandi successi del periodo. Qui vi propongo, tratta dall’album “HONEY” del 1968, tra le tante famosissime hit contenute il quel 33 giri – fate caso ai titoli riportati in copertina – una bella tra le belle, “Sounds of Silence” originariamente composta e cantata da Simon & Garfunkel.

POST SCRIPTUM: volevate sapere se ho resistito alla tentazione di acquistare un Dual in Grundig Zarge?

Ho tentato di resistere ma alla fine ho ceduto su tutta la linea: mentre mi documentavo per questo articolo, ho trovato in Italia un annuncio di quello che per me è il più bello (se non altro per motivi di WAF – ho il salotto accordato al suo colore) e raro in assoluto: un Dual 1219 con testina Dual DM 103 M-E/Shure M91ED (e fin qui non c’è rarità) in telaio Grundig bianco (questa è la vera mosca bianca – In Germania se ne trovano con telaio bianco, ma solo marcati Dual).

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Qualche giorno dopo sui siti tedeschi è apparsa addirittura una inserzione di un portatestine TK14 NOS, il tempo di tradurre dal tedesco e….click sul “Compralo subito”.

DUAL-TK-14

Andrà appena possibile da Audio Oasis per un completo check-up e rimessaggio degli automatismi, mantenendo la sua completa originalità; quando tornerà, riferirò sul suo funzionamento.

POST SCRIPTUM N.2 DEL 02/01/2015: Emilio di Audio Oasis sta rimettendo a nuovo il mio Grundig PS70 bianco, è risultato pulitissimo ma ormai con tutti gli ingrassaggi completamente secchi, e questo spiega il malfunzionamento degli automatismi: evidentemente non era mai stato fatto controllare dal proprietario originale. A parte questo, Emilio mi ha detto che il Dual su telaio Grundig ha una caratteristica particolare: se i cablaggi interni seguono gli stessi percorsi dei Dual originali, la lunghezza del cavo di segnale è decisamente maggiore di quello montato sui Dual originali. Non ho potuto fare altro che pensare che questa lunghezza anomala non fosse un caso, ma che fosse probabilmente calcolata dagli ingegneri della Grundig, affinchè una volta collegato il giradischi ad un amplificatore Grundig della sua epoca (1972-73), le testine Shure che venivano montate vedessero la capacitanza raccomandata dalla stessa Shure (che ricordo essere compresa fra i 400 ed i 500 pf). Sono il primo ad ammettere che il mio pensiero sia solo una supposizione, ma la Grundig in tutti i suoi cataloghi ripeteva che l’acquistare una catena tutta Grundig permetteva di godere in un interfacciamento elettrico perfetto fra tutti i componenti e che questo portava a grandi vantaggi dal punto di vista sonico e di risparmio di soldi, che spesso si spendevano andando alla ricerca di una sinergia perfetta fra componenti di marche diverse (che non si trovava mai al primo colpo).
Sapendo come accordavano perfettamente l’interfacciamento elettrico fra i giradischi Dual e gli amplificatori montati sui loro compatti, mi sento di affermare che forse la mia ipotesi non sia poi così campata per aria, anzi che abbia una grandissima probabilità di essere vera.
Oggi il problema della capacitanza si può risolvere acquistando un pre-phono che preveda di poterla regolare al suo interno fra un range di valori diversi, ma il più economico che prevede questa possibilità non costa meno di 500 euro. Grundig cercava di rendere tutto subito più semplice, economico e perfetto all’utente finale.
Si ringrazia: zevaudio – wegavision.pytalhost –  discogs.com – youtube.com

20 Comments

  1. Ottima disamina. Aggiungo solo una segnalazione positiva per la Audiotechnica AT95 (quelal con lo stilo verde). E’ una ellittica che si trova ancora, originale, intorno ai 25 euro ed ha un rapporto qualità-prezzo straordinario.
    Da nuova sembra un po’ duretta, ma bastano poche ore di rodaggio e sfodera un suono dalla timbrica corretta ed equilibrata.
    Io ne sto provando una sul Dual 1239 dell’RPC500 (con qualche piccola difficoltà per tarare correttamente l’overall, comunque superata) e ogni giorno che passa suona sempre meglio.
    Chi non vuole o non può spendere cifre elevate per una testina provi questa, ne rimarrà stupefatto.

  2. Articolo speciale, enciclopedico e utlile. Ogni dubbio su compatibilità dei supporti è spiegato in modo semplice e preciso.
    Acquistare una testina di alta gamma Shure e dotarla di stilo Jico SAS risulta essere il miglior modo di assaporare la belezza del suono analogico ad alta definizione.

  3. Molti sono gli articoli, essenziali per gli audiofili, di proprietà del Progetto GRUNDIG love. Questo è uno di quelli. Complimenti Luca.

  4. Ho fatto una piccola ricerca: Ho voluto verificare su quali modelli di apparecchi veniva montata di serie la testina Shure M75 nelle varie sue forme. E’ impressionante constatare quanti produttori hanno utilizzato questa tesina con i vari nomi: SHURE :M 71 B, M 74 C, M 75-6 S, M 75 B II, M 75 C, M 75 G II, M 75 E, M 75 EC S, M 75 ED II, M 75 EJ II – DUAL : M 71 MBD, M 75 D, M 75 G II, M 75 MG,

    DUAL :CS 1226, CS 1236, CS 24, CS 502, CS 502-1, HS 141, HS 151, KA 230, 1009, 1015 F, 1016, 1019, 1209, 1212, 1214 T 503, 1215, 1216, 1218, 1225, 1226, 1228, 1236, 1237 A, 461, 502,

    BRAUN:P 250 X, P 400 X, P 410 X, PS 410, PS 420, P 420 X, P 430 X, P 450 X, PS 350, PS 358, PS 450, PS 458, PS 600, PS 1000, PS 1000 AS, TC 45/3, TC 45/4, 2 Audio, 250 Audio, 250 S Cockpit, 250 W Cockpit, 260 S Cockpit, 3 Audio, 300 Audio, 308 Audio, Bruns LN 144 DeLuxe,

    BSR C 139, C 206, MP 710, MP 80, P 144, P 163, P 203, P 510, P 610, P 710, P 810,

    BLAUPUNKT : P 70, 3091 Studio, 3092 Studio, 3981 Studio, 502 Digita, 503 Digita,

    AKAI : AP 002 D,

    GERRARD : DD 130, DD 131, DD 132, DD 132 LX, DD 139, DD 75, G 200 CP, GA 200, GT 15, GT 35 P, GT 55 P, SP 25, SP 25 S, 125 SB, 126 SB, 9000 Hifi,

    GRUNDIG : KS 722, KS 772, KS 792, KS 793, Merano 3, Mozart, P 50, P 50 A, PS 1, PS 1010, PS 5, PS 60, PS 61, RPC 300, RPC 450, RPC 50, Verdi 2 A, 1600 A, 1600 B, 1620, 200 A Studio, 2000 D, 2000 E, 2000 HiFi, 2020 A, 2220 Studio,

    HANSEATIC : PE 3044,

    LENCO : L 246, L 830,

    LOEWE OPTA : Center, PW 80, SDK 77, SDK 802, SDK 804, SDK 834, SDK 844, SDK 900, SDK 904, 77 Hifi, METZ : 4730,

    PANASONIC / TECHNICS : SDD 80

    NIKKO : P 65, P 75, P 85,

    NORDMENDE : 8020, 8025, 8040,

    PATCHE : MC 2001 V, MC 2002 V, MC 3002 V, PE 10, 15, 2010, 2012, 2014, 2015, 2016, 2018, 2020, 30, 3012, 3015, 3046, 3060, Rosita KL 3400, MX 960, TAPC 6500, TAPC 7700,

    SABA : PSP 326, PSP 740, RPC 963, STCK 9800, STK 9800, 1100 Center, 9800 Studio, 9900,

    SANYO : Q 25 Plus, Q 40 Plus, Q 50 Plus, Q 60 Plus, TP 1014, TP 1024, 35 Rack, 55 Rack,

    SCHNEIDER : GT 15, P 203, SB 125, SB 126, SBD 71, SDD 80, SP 25 S, SP 3004, TS 1700, TS 1702, TS 1710, TS 1712, TS 1772, TS 1773, TS 1853, TS 1885, TS 2500, TS 2853, TS 3004, TS 3702, TS 4000, TS 4002, TS 4005, TS 5005, 100 Team, 200 Team, 30 Team, 300 Team, 40 Team, 6000 Cockpit, 6020 Team, 6030 Team,

    SHARP : ES 333, ES 555, ES 777, GS 111, GS 111 F, GS 333, GS 555, GS 777,

    SIEMENS : RS 248,

    SONAB : 67 S Sonab,

    TELEFUNKEN : S 400, W 230, W 233, W 238, W 240, W 248, W 250, 3021 Center, 4040, 4525 Center, 5001 Center, 5030 Center,

    THORENS : TD 145,

    TRANSONIC : CRO 5800, P 65, P 75, P 85, 75 Set,

    WEGA : RS 105, RW 546, 3229 Studio, 3230 Studio,

    YAMAHA : A 400, G 1, R 400, VP 301, VP 311, YP 301 und YP 311.

  5. 02/01/2015: ho aggiunto all’articolo il post scriptum n. 2 dopo una interessante segnalazione di Emilio di Audio Oasis che sta facendo il “tagliando” al mio Grundig PS70-Dual 1219

  6. Piccola ricerca sugli apparecchi che montavano di serie la Shure M44 nelle sue varie forme: SHURE :
    M 44-G, M 44-7, M 44-C, M 55 E, V 15
    DUAL :M 44 G
    PUNTINE SHURE DI RICAMBIO : N 44-G, N 44-7, N 44-C, N 55 E, VN 2 E. DUAL : DN 305
    Braun : P 400 X, PCS 52, PS 400, TC 45, TC 45/1, TC 45/2, 2 Audio
    Dual : 1016, 1019
    Grundig : Marienburg 3000, Nymphenburg 2 A, Nymphenburg 3, Nymphenburg 62, Stockholm, 2000 A, 2000 B Studio, 2000 C, 4 D Studio, PE 33, 34, 720
    Saba : Bodensee, Breisgau, PSP 325, PSP 360
    Telefunken : 220 Studio.

  7. La SHURE : M 91 E, M 91 ED, M 91 G, M 93 E, DUAL : M 91 GD, M 91 MGD, DM 101 MG, DM 103 ME veniva montata di serie su questi apparecchi:

    DUAL : CS 1249, CS 1249 T 511, CS 1249 T 513, CS 34, CS 40, 1209, 1218, 1219, CS 1228, 1229, 1249, HS 150, KA 61

    GRUNDIG : PS 100, PS 1020, 2040 A, 2040 Quadro, 650 Studio, PS 7, PS 70, PS 71,

    SHARP : RP 2000, RP 3000, PE 20, 3048, 3060,

    TELEFUNKEN : S 500, 6001 Center, W 258, W 268

    WEGA :3231 Studio.

    SABA : PSP 780

  8. la SHURE :M 95 ED, M95ED, M95EDM, M 95EDM, M95EJ, M 95 EJ, M 95 EJ A, M 95 HE alias DUAL : M 95 GLM, M 95 D, D 105 ED, D105ED poteva montare indistintamente gli stilo SHURE : N 95 ED, N95ED, N95EDM, N 95EDM, N95EJ, N 95 EJ, N 95 EJ A, N 95 HE, N 95HE, N 95 G, N95G DUAL :DN 360, DN360, DN 362, DN362, DN 370, DN370
    Ecco i modelli che montavano di serie questa gloriosa testina

    DUAL : CS 1228, CS 1241, CS 1245, CS 510, CS 510-1, CS 714 Q, CS 728 Q, HS 142, HS 152, KA 260, KA 360, KA 61, 1228, 1239, 1239 A, 1241, 1245, 1246, 1249, 481, 481 A, 481 ARC, 510, 714 Q,

    BRAUN:P 4000, PC 4000 , PD 550 X, PS 500, PS 550, P 550 S, PS 550 X, 4000 AUDIO

    PIONEER : PL 5400, AIWA : AP 2500,

    GARRARD : 6300

    GRUNDIG : PS 1020, PS 1020 A, RPC 400, RPC 400 A, RPC 450, RPC 450 A, RPC 500, RPC 500 A, RPC 500 B, RPC 500 C, RPC 600 A, RPC 600 TP, RPC 650 TP, XPC 6500, 20 A COMPACT SYSTEM, 2040 AQ STUDIO

    HITACHI : HT 354

    LENCO : L 744 DD, L75, L 833, L 833 DD, PE 3048,

    REALISTIC : R 9000,

    YAMAHA : YPBD

    SABA : PSP 900, S 900, 900 ULTRA HIFI

    SCHNEIDER : TS 1883, TS 5005 RC

    ITT : 1700 PHONO, 5003 DISCO

    ROSITA: KL 3900, 400 REGIE, 600 REGIE, HARKSOUND : HS 610,

  9. Articolo bello e utilissimo, nonché contagioso, anche se sono già affetto da Grundig-Dual mania in forma grave. Piuttosto un’informazione: qualcuno conosce la testina dual dms 410 (che dovrebbe avere addirittura il taglio shibata, ma non riesco a risalire alla casa produttrice)?
    Ero già in possesso dei Grundig p100, p50, e ora ho preso anche il il ps1 alias dual 1019. Dopo averlo sistemato, ingrassato, coccolato e ripulito, l’ho ascoltato e apprezzato veramente molto, tanto che ultimamente sto trascurando il buon rpc500. Ora aspetto il ps71 e voglio fare un confronto tra i vari che posseggo.

  10. Ciao Maxrom, poni una domanda che fa cascare l’asino: infatti in tutto il web non ho trovato alcuna notizia riguardo la corrispondenza fra le testine Dual rimarcate DMS ed il modello del loro costruttore originario, ovvero la nota ditta giapponese Audio-Technica. Questa è appunto l’unica notizia certa, che tutte le DMS erano costruite da quella marca, ma non si conosce a quale modello corrispondessero. Purtroppo non ho trovato alcun catalogo AT dell’epoca, in questo caso avrei potuto cercare di farla io confrontando i dati tecnici forniti dalle due case. Quindi non so se anche in futuro mi sarà possibile darti una risposta plausibile. Ciao, Luca.

  11. Grazie per la risposta, almeno so che sono delle Audio-Technica. Ce n’è una in vendita, new old stock, a circa 250 euro, ma a questo punto penso che sia meglio investire in uno stilo jico per le shure, anche per mantenere l’interfacciabilità con gli ampli Grundig.

  12. Sono del tutto d’accordo con te, meglio investire nello stilo Jico SAS per la Shure che già possiedi. Ciao, Luca

  13. Che articolo..ma allora volendo sul mio 1219 che monta uan testina m95edm..posso montare una v15terza?altra cosa che nn ho capito bene..il cavo di segnale su mobile grundig e’ piu lungo del cavo di segnale del 1219 montato su mobile dual?

  14. Che articolo..ma allora volendo sul mio 1219 che monta uan testina m95edm..posso montare una v15terza?altra cosa che nn ho capito bene..il cavo di segnale su mobile grundig e’ piu lungo del cavo di segnale del 1219 montato su mobile dual?

  15. Ciao, puoi certamente montare una V15 III sul tuo 1219: se la trovi in versione costruita appositamente per la Dual (Shure V15 III – LM) potrai attaccarla direttamente a pressione al portatestina TK (come indicato sopra nell’articolo): in caso contrario dovrai utilizzare delle viti e degli spessori per fare in modo che la distanza fra la puntina ed il lato superiore del portatestina TK14 sia pari a 21 mm. (come da manuale di istruzioni del 1219). Certo che dovrai fare anche l’allineamento orizzontale. Con la versione LM ed un TK14 aggiuntivo, mettere un’altra testina diventa una operazione del tutto banale, in caso contrario dipende dalla tua manualità e dal fatto di possedere una dima. Secondo quesito: il cavo di segnale che esce da un Dual su mobile Grundig è lungo mt. 2,10, mentre quello dei Dual montati sul un loro telaio originale, qualunque esso sia (ne avevano di almeno due tipi per il 1219) è sempre di 1 mt. Non lo posso ancora affermare con certezza, ma il fatto che i tecnici Grundig lo facessero lungo di mt. 2,10, mi fa seriamente pensare che tale misura non era per niente casuale, ma era stata scelta per far sentire alle testine Shure montate in fabbrica il giusto carico di capacitanza per assicurare la loro linearità di risposta. Se così non fosse, perchè allora non hanno messo un cavo di una misura pari di 2 mt?

  16. Il mio cavo segnale il quale e’ stato sostituito almeno credo..risulta di 2.80 metri e il mio 1219 e su mobile dual..sec me troppo lungo

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