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Specchio specchio delle mie (audiofile) brame: qual’è la SASsy Shure che suona meglio del reame?

Shure  DM 103 M-E, alias Shure M91ED, una testina per tutte le stagioni, dagli anni '70 ai giorni nostri. Per gentile concessione di www.old-fidelity.de

Shure DM 103 M-E, alias Shure M91ED, una testina per tutte le stagioni, dagli anni ’70 ai giorni nostri. Per gentile concessione di www.old-fidelity.de

Eccomi di nuovo per un altro articolo di approfondimento sulle sorgenti analogiche, in questo, come si può intuire facilmente dal titolo, ci si occuperà in modo particolare delle testine. Come sottolineato nei precedenti articoli della serie “Dual in Grundig Zarge + SASsy Shure”, il modo per aggiornare i giradischi Dual 1019, 1219 e 1229, con telaio Grundig o senza, ed anche quelli inseriti nei compatti Grundig, dal rapporto prezzo/prestazioni più eclatante è quello di acquistare, per la testina in dotazione, il corrispondente stilo della Jico in versione SAS. In questo modo spendendo una cifra intorno ai 170 euro (trasporto e dogana compresi con cambio a 1,15 $ per 1 €), si porta la vecchia testina vintage della Shure a livelli di testine odierne dal costo di oltre 500 euro, per alcuni anche di oltre 2000 (come leggerete più sotto). Tuttavia mi sono domandato se, fra le testine della gamma Shure dal 1972 ad oggi, per le quali è previsto il ricambio stilo SAS, tutte suonano in modo similare o se ce ne fosse qualcuna che, una volta aggiornata, avesse prestazioni migliori delle altre.

Ritengo che valga davvero la pena farsi questa domanda per un semplice motivo: trovare una testina Shure delle famiglie M75 – M91 – M95 senza stilo, sia originale che rimarcata Dual (ancora meglio ed a tal potete consultare qui lo schema di equivalenza) a bassissimo prezzo è veramente facile. Sicuramente la serie V15 III° senza stilo, ed a maggior ragione le più relativamente recenti V15 IV° e V°, non le trovate tra i 20 ed i 50 euro come le altre, ma mediamente si trovano a meno della metà di quelle proposte complete di stilo. Il basso prezzo di acquisto di queste testine rende ancora più favorevole il rapporto qualità/prezzo se poi si passa ad aggiornarle con uno stilo SAS.

PREMESSA IMPORTANTE

Prima di entrare nello specifico voglio ancora una volta fare una premessa fondamentale: tutti i contenuti che troverete qui innanzi NON nascono da una mia esperienza diretta, ma sono il risultato di mie ricerche sulla rete ed in modo più specifico su forum italiani e soprattutto su quelli internazionali di lingua inglese come “AudioKarma”, “Lencoheaven”, “Vynil engine” ed altri ancora.

I forum di appassionati di questo hobby sono una fonte di informazioni veramente preziosissima, soprattutto considerando che non è possibile trovare alcun negozio fisico dove poter fare confronti fra testine e giradischi vintage, tutto nasce dalle esperienze riferite da migliaia di appassionati sparsi in giro per tutto il mondo che hanno avuto la voglia di raccontare le loro esperienze personali.

Come già detto altre volte io mi ritengo semplicemente un curioso del web, le mie affermazioni non vanno mai prese come affermazioni assolutistiche o come oro colato, ma solo come spunto per valutare se le esperienze di altri utenti qui riportate siano in linea con le Vostre aspettative ed esigenze, andando intese, in senso generale, come base di partenza su cui potete cominciare a fare ulteriori ricerche e considerazioni personali. Non comprate quindi o testine o stilo solo sulla base dei miei articoli, fate innanzitutto le verifiche necessarie alle fonti che io cito, ma soprattutto magari cercatene delle altre, i motori di ricerca servono proprio a questo, mi raccomando.

Ritengo che la cosa più importante sia confrontare più pareri diversi, in nessun campo come in quello dell’alta fedeltà le inclinazioni e le aspettative personali hanno un’influenza determinante nel formulare un giudizio su un dato componente. Come a molti di voi sarà già accaduto visitando le fiere di settore, dieci persone sedute davanti ad un impianto in dimostrazione, danno spesso almeno 5 pareri molto diversi nel descrivere il suono dello stesso, quindi ecco l’importanza dei forum internazionali dove si possono raccogliere decine e decine di pareri sullo stesso componente.

Voglio anche aggiungere che io non ho alcun rapporto di qualsiasi tipo con la ditta Jico giapponese, il mio interesse verso i loro prodotti nasce solo dall’enorme consenso che riscuotono in tutto il mondo, vorrei solo portare all’attenzione del nostro gruppo quanto si scrive in merito a questo argomento al di fuori dell’Italia.

PICCOLO RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

A beneficio dei nuovi lettori, ricordo il perché ritengo tanto interessanti le sorgenti Dual e quelle in particolare con telaio Grundig: tutto parte da due considerazioni generali, credo molto comune nei frequentatori della comunità Grundiglove:

la prima è che gli ingegneri della Grundig erano dei maestri nel curare al massimo l’interfacciamento elettrico dei componenti delle catene hi-fi che producevano, e la seconda è che, non producendo giradischi, per questa categoria di prodotti si sono rivolti fin dagli anni ’50 ad ingegneri altrettanto maniaci nell’interfacciamento meccanico fra testina, braccio e giradischi. Sto parlando della Dual, i cui ingegneri nella foresta nera hanno costruito i bracci delle serie 10xx e 12xx per un perfetto interfacciamento con le testine Shure dell’epoca. Non solo hanno costruito un sistema tale da permettere che la perfetta taratura di braccio e testina fosse difficilmente alterabile, ma anzi hanno fatto in modo che fosse facilmente ottenibile anche dall’utente finale in caso di cambio di testina. Sto parlando dei portatestine intercambiabili TK (vedere qui  per approfondimenti o eventuale ripasso) e delle testine personalizzate dalla Shure su specifiche Dual, la cui unione porta sempre ad avere lo stilo nella posizione perfetta per rendere al meglio. La Dual vendeva i giradischi in modo che potessero accoppiarsi a tutte le catene preesistenti nel mondo, forse per questo motivo avevano fissato la capacitanza totale dei cavi ad un valore generico di 240 Pf, nonostante le Shure ne richiedessero almeno 400, forse avevano calcolato una capacitanza media degli stadi phono di altre marche intorno ai 100-150 Pf.

La Grundig invece intendeva vendere i suoi Dual rimarcati col proprio marchio quasi esclusivamente insieme ad amplificatori e casse da loro prodotti, per ottenere un interfacciamento elettrico perfetto fra i vari componenti. Avendo all’epoca lo stadio phono dei Receiver Grundig a cui dovevano essere accoppiati i loro Dual in Grundig zarge una capacitanza inferiore ai 50 pf, ecco che i loro giradischi uscivano di fabbrica con un cavo più lungo che faceva vedere alla testina una capacitanza intorno ai 400 pf (vedere sempre qui l’articolo originale al capitolo 2 dove ne ho già parlato). Sommando le due capacitanze ci si veniva sempre a trovare nel range raccomandato dalla Shure, compreso fra i 400 ed i 500 pf.

L’interesse verso gli stilo Jico SAS con taglio microridge e cantilever in boro – vi ricordo ambedue le caratteristiche più avanzate nelle rispettive categorie – utilizzati in tandem solo dalle testine spesso dai 500 euro a salire, nasce semplicemente nell’osservare che uno stilo NOS (nuovo fondo di magazzino, quindi mai aperto nella sua condizione originale) della Shure ha delle quotazioni assolutamente esorbitanti. Per fare un esempio uno stilo NOS ellittico per la serie M91-M75-M95 non lo trovate a meno di 150 euro, più o meno il costo dello stilo SAS con taglio microridge (per quelli della V15 III° e IV° si va dai 200 fino ai 400 euro).

Per darvi una idea della loro convenienza, gli ultimi stili di ricambio Shure (tutti con la sigla finale MR) con taglio microridge per la serie V15V°, visto che non erano previsti per la serie M, nel 2005 in Italia costavano 260 euro (fonte: listino dell’Annuario di Suono 2005): detto questo direi che salta all’occhio la convenienza del provare ad affidarsi alla Jico per rinnovare e migliorare le prestazioni delle testine Shure vintage.

Molti si pongono questa domanda: Shure, Grado e Nagaoka sono normalmente i marchi che vengono considerati dalla maggioranza degli appassionati di tutto il mondo, come quelli più votati alla musicalità piuttosto che ad un iperdettaglio che cerca di imitare il suono delle MC, ma che alla fine risulta affaticante (quindi quello che un analogista vuole evitare come la peste): non è che con questi stilo superperformanti viene alterato il timbro delle Shure originali con i loro stilo dai tagli ellittici o addirittura conici?

Sappiamo benissimo che qui da noi parecchi estimatori della Grundig pensano che lo stilo migliore del mondo sia quello conico chiamato N75 GT2, proprio per le sue caratteristiche timbriche. Apro una parentesi: io ho ascoltato un giradischi che montava la testina M75 Type D (equivalente a Shure M75-6S con stilo conico, certamente non uguale al N75GT2, ma comunque molto simile) sul Grundig 2020 di Giancarlo a Ferrara: sicuramente un timbro molto bello, ma il suono in quanto a chiarezza e focalizzazione perdeva decisamente al cospetto del CD, il suono risultava veramente più “impastato”. Chiusa la parentesi mi è rimasta una netta impressione che uno stilo ellittico o qualunque altro in grado di dare maggiore precisione e stacco fra uno strumento e l’altro, mi sarebbe stato decisamente gradito e probabilmente avrebbe vinto la sfida con il CD.

Ancora una volta la rete mi è stata di grande aiuto: in rete potrete leggere una quantità infinita di apprezzamenti per gli stilo SAS montati sulle Shure, tuttavia mi sono anche imbattuto in qualche voce dissonante.

Comincio innanzitutto col dire che per fare questo articolo ho cercato di documentarmi sulle prestazioni di tutte le Shure aggiornate con lo stilo SAS in produzione dalla fine degli anni ’60 fino ai giorni nostri, in modo particolare sto parlando delle famiglie M44-M55, M75-M91, M95, M97HE, M97XE, V15 III, V15 IV e V15 V°.

Come vedete ho preso in considerazione non solo le testine prodotte fino al 1979 ottimizzate per una capacitanza di 400 pf, che si adattano perfettamente ai quei Dual 1019, 1219 e 1229 commercializzati dalla Grundig, ovvero le serie M44, M55, M75-M91, M95 e V15 III, ma anche quelle ottimizzate per una capacitanza di 250 pf come le serie M97HE (anni 80-90) la serie M97XE (l’unica attualmente in produzione) e le serie V15 IV e V15 V°.

Infatti queste ultime si adattano perfettamente a chi possiede un Dual 1019, 1219 e 1229 originale che, unitamente alla capacitanza degli stadi phono delle amplificazioni Grundig vintage (circa 20-30 pf) portano al risultato ottimale di 250 pf: per chiarire riporto lo schema qui sotto, che mostra anche una colonna dove è indicata l’induttanza interna (evidenziata in giallo), cosa che ci tornerà utilissima strada facendo.

TABELLA 1

PERIODO FAMIGLIA IMPEDENZA CARICO INDUTTANZA IMPEDENZA
TIPO DI CARICO CAPACITIVO INTERNA
TESTINA CONSIGLIATO
(KOHM) (PF)* (MH)** (OHM)

ERA III°

M44/M55

47

400-500

720

630

M75

47

400-500

720

630

1973-1978

M91

47

400-500

720

630

M95

47

400-500

650

1550

V15 III

47

400-500

500

1350

ERA IV° M97HE

47

200-300

700

1550

1978-1982 V15 IV HE

47

200-300

500

1380

ERA V° M97 XE

47

200-300

650

1550

1982 – oggi V15 VMR

47

250

330

815

V15 VXMR

47

250

420

1000

* PF = PICOFARAD
**MH=MILLIHENRIES

A questo punto vorrei parlarvi delle differenze fra le varie famiglie di testine prodotte dalla Shure dalla seconda metà degli anni ’60 fino ai giorni nostri, ed anche in questo caso il prospetto qui sopra costituisce un aiuto essenziale: questa mia analisi partirà proprio dalla suddivisione temporale fatta dalla stessa Shure: loro hanno definito era, ogni periodo che iniziava con l’introduzione di un nuovo modello della loro serie ammiraglia.

Per la cronaca la Era I° iniziò nel 1964 con la prima V15, terminò nel 1966 con l’avvento della V15 II° (il modello Improved fu commercializzato nel 1969 0 1970), mentre l’era II° andò quindi dal 1967 al 1972.

ERA III°: 1973-1978

Per semplificare partiamo proprio dal periodo 1973-1978 (ERA III°) periodo ai nostri fini più interessante di tutti nel quale sono state prodotte quelle testine che, rimarcate venivano montate dalla Dual sui suoi giradischi forniti alla Grundig (ma anche a Saba, Loewe, Nordmende e Wega, solo Telefunken in Germania costruiva i suoi giradischi in proprio) e che quindi ci ritroviamo in tutti gli apparecchi Grundig di quel periodo. Dal 1979 in poi la collaborazione fra Dual e Shure finisce, in quanto Dual lancia sul mercato una nuova linea di giradischi con bracci a massa ultra bassa (denominati ULM) con testine costruite appositamente dalla Ortofon, e contemporaneamente Grundig abbandona Dual anche per i compatti – per quelli stand alone era già cessata nel 1977 – anno in cui si era partita la biennale collaborazione con Sanyo – per passare poi dal 1980 a giradischi costruiti da Philips prima e Technics poi, montati sia sui propri compatti che rimarcati e commercializzati come componenti stand alone.

Tornando alle Shure, guardando i dati elettrici si arriva subito ad una considerazione molto interessante: si vede immediatamente che le famiglie M44 – M55 (la prima prodotte fin dal 1966 – la troviamo infatti sul Grundig PS1 – Dual 1019) che la famiglie M75 – M91 (la prima delle due prodotta fin dal 1968) sembrano avere tutte lo stesso “motore”, ovvero la parte elettrica esattamente uguale. Lo si capisce dalle caratteristiche elettriche dichiarate nella tabella 1.

Impedenza di carico, carico capacitivo consigliato, induttanza ed impedenza interna SONO ESATTAMENTE UGUALI: cosa cambia allora nell’arco che va dal 1966 al 1978 (ma anche oltre, le M75 rimangono in produzione anche per tutti gli anni 80) con tutte le diverse innumerevoli ridenominazioni? Ogni famiglia costituisce una variazione ed evoluzione nell’involucro esterno, nel cantilever e nello stilo.

La serie M44 nasce con stilo conico nel 1966: qualche anno dopo si evolve nella serie M55E quando Shure introduce lo stilo ellittico, mentre per il resto del tutto è identica alla M44G, tanto che nei cataloghi si consiglia di aggiornare la M44 con lo stilo N55E per avere gli stessi risultati sonici della famiglia M55.

SHURE M95 M91 DA CATALOGO 1979La M75 nasce intorno al 1968 nella era II°, ma oltre allo stilo ellittico ha un cantilever ed uno stilo con massa totale minore rispetto alla M55, quindi è di gamma più alta. Verrà prodotta con una infinità di declinazioni con stili conici ed ellittici sempre più raffinati, per giungere alla era IV° nel 1980, anno in cui la Shure la aggiorna con uno stilo iperellittico (HE) come quello della contemporanea ammiraglia V15 IV°.

Poiché dal 1972 in poi la M75 viene fornita con il parastilo, Shure commercializza la serie M91, che essa stessa dichiara nei cataloghi dell’epoca del tutto identica alla serie M75 (come potete leggere qui sopra in inglese), ma senza parastilo. Negli anni vengono aggiornati gli stili ellittici che da semplici, diventano “nudi”, più sofisticati leggeri e di dimensioni minori per seguire meglio i microsolchi, ecco quindi che dopo la M91E – M75E nascono nel 1972 le M91ED e le famosa M75 ED TYPE 2, così come le versioni coniche M91G ed M75G diventano M91GD e M75G Type 2.

Quindi le famiglie M44-M55-M75 – M91 in realtà nascono un po’ prima del 1973, anno in cui viene introdotta la nuova ammiraglia V15 III°. Quest’ultima nasce con l’intento di essere la migliore MM sul mercato ed a giudicare dai successi di critica e di pubblico del periodo 1973-1978 si può dire sia riuscita nell’intento o comunque a battersi a pari merito con altre testine top di gamma a lei contemporanee, anche se, ad onor del vero, nella seconda metà degli anni ’70 si affermano marche con disegni elettrici molto sofisticati detti “MI = Moving iron”, con massa sospesa ancora più ridotta per i loro modelli di punta (ADC, GRADO, ORTOFON VMS/OM, ACUTEX, MICRO ACOUSTICS) che le daranno molto filo da torcere.

ADC XLM III° - Una formidabile concorrente per la V15 III° - Per gentile concessione Vynilengine.com

ADC XLM MK III° – Una formidabile concorrente per la V15 III° – Per gentile concessione Vynilengine.com

In cosa si differenzia la V15 III° dalle serie M75-M91, queste ultime famose in tutto il mondo per il loro suono caldo e per la loro adattabilità a quasi tutti i bracci in commercio (anche se il braccio con cui esprimono non il 100% ma il 110% del loro potenziale, rimane per moltissimi appassionati proprio quello dei Dual 1219 – 1229, sicuramente progettato dagli ingegneri tedeschi per interfacciarsi perfettamente con queste testine fornite di serie)?

La serie V15 monta un diamante ellittico come le due serie inferiori, ma sicuramente un cantilever più sofisticato e leggero (con massa totale , quindi diamante compreso, di 0,33 mg., contro 0,50 della M95 ad esempio), inoltre il disegno del “motore” interno è tutto diverso (lo si vede chiaramente anche dai dati elettrici, con induttanza nettamente inferiore (500 contro 720 Mh delle M75-91): infatti viene fatto ricorso a due nuclei laminati posti a V sopra il magnete mobile posto sul cantilever.

Se il cantilever più piccolo e leggero assicurava un notevole incremento nella tracciabilità, il nuovo disegno con nuclei laminati (impiegati per la prima volta, non c’erano nella V15 II°) assicurano una risposta in frequenza piatta come non mai, senza alcuna colorazione, oltre ovviamente altre caratteristiche che si evidenziano all’ascolto come la capacità di riproporre una maggiore separazione fra gli strumenti ed in definitiva un migliore palcoscenico.

La pagina sulla V15 III° nel catalogo Shure 1973

La pagina sulla V15 III° nel catalogo Shure 1973 nella quale si spiegano le novità inserite in questa testina – Cliccate più volte per ingrandire ed avere migliore leggibilità.

Prendendo a prestito espressioni molto in voga presso le riviste audiofile, probabilmente gli “ascoltoni” (dove questo appellativo definisce coloro che antepongono piacevolezza di ascolto e timbrica alle misurazioni elettriche) tendono a preferire le M75-M91 anche se non raffinate come la V15, mentre i “misuroni” (dove invece questo appellativo tende a definire coloro che prima considerano i risultati elettrici a prescindere per definire un componente “Alta Fedeltà”) propendono più verso le V15 con il loro suono raffinato ma ovviamente più neutro, senza alcun rigonfiamento sui bassi e sugli alti.

Strano che in altri ambienti di grandi sostenitori del marchio Grundig dove per giudicare quanto sia veramente hi-fi un dato apparecchio si considera la linearità di risposta se non l’unica discriminante, certamente quella più importante, si dica che la sorgente analogica migliore in assoluto sia costituita dal PS 1020 con la sua testina M85G, che altro non era che una M91G costruita dalla Shure appositamente per la Grundig, addirittura con stilo conico, notoriamente il tipo di taglio meno adatto a riprodurre nella loro interezza le alte frequenze, ma con una riconosciuta capacità di porre ancora più in evidenza le basse frequenze rispetto agli stilo ellittici ed altri ancora più sofisticati.

Credetemi, non voglio fare davvero alcuna polemica, voglio solo far amichevolmente notare loro che questa sembra essere comunque una incongruenza: insomma a volte anche i più “misuroni” ogni tanto esprimono preferenze da “ascoltoni”; tutto questo giro di parole per dire che alla fine noi preferiamo il suono che ci piace di più, che entro certi limiti, è un fatto veramente molto soggettivo e che soprattutto è giusto che sia così, rendendo anacronistica ai miei occhi ogni baruffa fra audiofili.

Per finire questa panoramica sulle testine Shure dell’era III° a questo punto manca solo la famiglia M95: viene prodotta a partire dal 1975 con l’intento di produrre una testina con un suono dalle caratteristiche molto simili all’ammiraglia V15 III° ad un costo inferiore. Molti appassionati nei forum italiani ed internazionali si azzardano a supporre che la M95 non sia altro che una V15 con un attacco che non permetta di utilizzare gli stilo più raffinati di quest’ultima.

In realtà questa credenza è del tutto falsa, la M95, anche se obiettivamente giudicata da molti molto simile nel suono, è elettricamente del tutto diversa dalla V15: leggete la prova di Radio Electronics del Novembre 1975 qui sotto interamente riportata in tre pagine: a pag. 2 potete vedere che viene spiegato come internamente i nuclei siano completamente diversi, che la V15 ha i nuclei laminati, mentre la M95 adotta una soluzione che la pone sopra la M75-M91 ma sotto l’ammiraglia. Se non vi bastasse la accurata descrizione della rivista americana, basta guardare i dati elettrici della tabella riportata qui sopra: i valori di induttanza e resistenza interna delle M95 (rispettivamente 650 MH e 1500 ohm) sono completamente diversi da quelli della V15 III° (rispettivamente 500 MH e 1350 ohm).

Test M95ED Nov.1975 P.1 Radio Electronics

Test M95ED Nov.1975 P.1 Radio Electronics – Descrizione poli convenzionali

Test M95 ED Pag. 2 - Differenze con V15 III°

Test M95 ED Pag. 2 – Descrizione differenze con V15 III°

Test M95ED - Terza ed ultima pagina

Test M95ED – Terza ed ultima pagina – Importanti note sulla capacitanza nel paragrafo “Laboratory Measurements”

Un’altra prova molto più corta ma molto importante della M95 ED è quella della rivista Popular Electronics, sempre del Novembre 1975

Test M95 ED da "Popotronics" 11-1975

Test M95 ED da “Popotronics” 11-1975 – Cliccare più volte per ingrandire

Ho riportato questa ulteriore prova perché vi si possono leggere due considerazioni importantissime anche ai giorni nostri, agli effetti di un inserimento di una M95 in una catena Grundig degli anni ’70. Per prima cosa vi si legge che la M95 effettivamente ha una risposta in frequenza piatta esattamente come la V15 III° solo se caricata con una capacitanza compresa fra i 400 e 500 pf. In secondo luogo vi si legge una considerazione che oltre che dal recensore del 1975 è condivisa da molti appassionati di tutte le epoche: alla domanda se valeva la pena spendere quei pochi dollari in più richiesti per la M95 ED rispetto alla M91ED/M75ED Type 2 la risposta del recensore è molto chiara: se vi piace il suono neutro ed arioso dell’ammiraglia comprate la M95, se al contrario vi piace il suono più pieno e caldo delle M91/M75 allora rimanete su queste. In sostanza ribadivano che data la modesta differenza di prezzo, la discriminante della scelta per l’appassionato doveva risiedere nel tipo di suono che ognuno predilige soggettivamente, oppure ancora dalle caratteristiche degli altri componenti della catena hi-fi.

A questo punto riporto anche la prova della V15 III fatta dalla stessa rivista nel Settembre 1973 perché anche qui vi è una accurata descrizione della innovazione dei nuclei laminati per un suono più raffinato e migliore separazione fra gli strumenti, ma soprattutto vi è un’altra importante considerazione: dai loro test risultava che la V15 III° fornisce una risposta in frequenza piatta se caricata con una capacitanza che va dai 250 ai 450 Pf, quindi si tratta di una testina molto più versatile delle M95 ed M75-M91 che risentono maggiormente di valori più bassi di quelli raccomandati.

Test V15 III° Pag. 1 da Radio Electronics Settembre 1973

Test V15 III° Pag. 1 da Radio Electronics Settembre 1973

Test V15 III° - Pag. 2 con i grafici della risposta in frequenza

Test V15 III° – Pag. 2 con i grafici della risposta in frequenza – notare il secondo grafico in basso, con la risposta in frequenza con carico di capacitanza a 400 pf (linea nera – Regular) e quello con 250 pf (linea azzurra) veramente molto simili, quasi sovrapponibili.

Test V15 III° - Pag. 3

Test V15 III° – Pag. 3 (solo sulla prima colonna) – Commento ai grafici a Pag. 2 sulla risposta in frequenza

Quindi da queste prove possiamo fare alcune importanti considerazioni sulle testine dell’era terza anche in funzione dell’aggiornamento con stilo SAS: poiché questo aggiunge una migliore resa sugli alti e medioalti, interviene in modo perfetto su quello che era considerato il difetto della famiglia M75-M91, ovvero suono potente, dinamico ed anche dal timbro caldo ma con una minore resa sugli alti rispetto alle concorrenti più blasonate (anche nella gamma Shure). Per quanto riguarda invece le M95 e le V15 III° non fa altro che esaltare quelli che erano già i pregi delle testine con stilo originali, ma certamente non può aggiungere calore al loro suono.

Stilo N91ED SAS e testina Shure DM103 M-E (M91ED specifica per Dual)

Stilo N91ED SAS e testina Shure DM103 M-E (M91ED specifica per Dual) montata su portatestine TK14

Se si ha un Dual in Grundig Zarge e vi piace il suono caldo meglio aggiornare una M91 od M75, mentre se volete una resa neutra meglio aggiornare una M95 od una V15 III, secondo quella che troverete a prezzo per voi più congruo. Scrivo questo perché è quello che ho dedotto leggendo pareri di diversi appassionati stranieri, quindi piuttosto condiviso.

C’è un utente americano letteralmente innamorato delle testine Shure che ha aggiornato con stilo SAS sia una M91, che una M95 che una M97xE, risultato? Bè, dice che il suono è spettacolare in tutti e tre i casi, ma che lui si ritrova a montare più spesso ad ascoltare la più umile M91 SAS, perché così aggiornata ha praticamente gli stessi dettagli ed ariosità delle altre due, ma con la maggioranza delle sue incisioni restituisce un suono più “emozionante”; sarà quella leggere enfatizzazione sui mediobassi data dall’impostazione del motore in origine dalla Shure che ha tantissimi estimatori nel mondo? Io sarei portato a pensare che sia proprio così!

Qui il link alla discussione in inglese, il post è quello dell’utente LPM

Se avete un Dual originale stand alone (quindi non quelli montati sui compatti, per i quali vale quanto appena scritto per i Dual in Grundig zarge) della serie 10xx o della serie 12xx con cavo di un metro, allora sembrerebbe più logico per voi orientarvi sulla V15 III°, visto che è quella che non fa una piega nemmeno se caricata a “soli” 250 pf. Se la trovate in versione Dual (V15 III – LM) senza stilo, si trova a prezzi spesso parecchio inferiori ai 100 euro (il costo di una M97XE nuova).

Vi ricordo che in teoria se una testina è caricata con una capacitanza inferiore a quella consigliata potrebbe avere una enfatizzazione sugli alti, mentre se la si usa con carico capacitivo superiore a quello consigliato al contrario si ha una loro attenuazione.

LA CONFERMA DELLE MISURAZIONI DI GABRIELE DI FERRARA

A questo punto Immagino che molti di Voi si potrebbero porre legittimamente una domanda; ma poiché si parla di capacitanza dei cavi di questi benedetti giradischi e l’articolo in gran parte è incentrato su questo aspetto (rifacendosi a questo precedente) , dobbiamo fidarci di Gabriele di Ferrara e le sue misurazioni? Io mi fido ciecamente, perché ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, ma se siete attanagliati dalla sindrome di San Tommaso, eccovi qui la prova dell’epoca del Dual 1229 di Radio Electronics:

Radio electronics prova 1229 con misura capacità

se leggete bene la frase che inizia sotto la foto del piatto rovesciato nella colonna di destra, le misurazioni della rivista dicono che la capacitanza del cavo di segnale sommata a quella dei cavi del braccio dà un valore di 220 Pf (: accidenti Gabriele si è sbagliato di 20 Pf, che sia un margine di errore strumentale? Non direi, quel 10% di differenza è dovuto al fatto che il cavo del Dual 1218 con telaio Saba di Gabriele è lungo 1,10 mt, mentre stando alla caratteristiche dichiarate dalla stessa Dual i suoi 1229 originali avevano un cavo di segnale lungo un metro esatto; questo potrebbe spiegare perfettamente la differenza.

Dati tecnici Dual 1229 da catalogo 1973 - Alla voce Signalkabel si legge 1 mt.

Dati tecnici Dual 1229 da catalogo 1973 – Alla voce Tonabnehmerkabel (cavo di segnale) si legge “circa 1oo cm. – ovvero circa 1 mt. – clicca per ingrandire

Prima di passare all’era IV° vi è propongo , come mia consuetudine un intervallo musicale. Come probabilmente ha intuito che ha seguito i miei precedenti articoli sono affascinato dalle incisioni degli artisti Jazz e dei grandi crooner americani degli anni ’50 e 60: per allietare le mie e, spero, le vostre orecchie, mi affido a due brani:

il primo è un brano di Frank Sinatra che dà il titolo all’album Nice’N’easy del 1964: ho scelto questo video in particolare, fra la sterminata scelta di youtube, perché il brano è riprodotto attraverso la rinomata ristampa “MFSL – Mobile Fidelity Sound Lab” con un giradischi Dual 1019 con plinto della distributore americano United Audio: fate attenzione al finale quando colui che ha postato il video descrive il suo impianto (composto da un sintoamplificatore Yamaha dei primi anni 2000 e casse acustiche Boston), il reiterato aggettivo “Fantastic” è riferito al piatto Dual 1019.

Per i codici delle prime stampe e delle successive riedizioni vedere qui

 

qui sotto vi ripropongo lo stesso brano ripreso da uno show televisivo americano del 1971 con Gene Kelly, un tipico esempio di entertainment americano ai suoi livelli più alti.

 

Il secondo è tratto dall’album “The concert – Sinatra” del 1963: Frank Sinatra aveva da due anni abbandonato la Capitol Records per fondare la sua personale etichetta “Reprise Records”: per questo album il grande cantante fa uno sforzo produttivo enorme anche e soprattutto in senso “audiophile”: utilizza le tecniche di registrazione più avanzate dell’epoca ed ingaggia uno dei migliori arrangiatori di tutti i tempi, Nelson Riddle, che viene chiamato a dirigere un’orchestra composta da ben 70 elementi. Il risultato è indubbiamente notevole. In realtà nel video che ho scelto più che un brano è riprodotta l’intera prima facciata della prima stampa americana stereo (codice R9-1009) attraverso un Garrard 301 con braccio 12 pollici: ovviamente staccate la riproduzione quando meglio credete, tanto è possibile sempre riprenderla in un secondo tempo. In ogni caso il primo brano che sentirete è “Bewitched” – “Stregato” in italiano.

Per i riferimenti alle canzoni contenute in questo album e le varie edizioni (c’è anche quella “audiofila”  della MFSL) vedere qui.

ERA IV° – 1978 – 1982

Catalogo Shure 1979: inizia l'era IV°!

Catalogo Shure 1979: inizia l’era IV°!

Nella terminologia Shure la quarta era comincia nel 1978, quando l’ammiraglia V15 III° viene aggiornata e diventa V15 IV°: sono molti i cambiamenti, il più eclatante di tutti è senz’altro l’adozione di uno stilo con taglio tipo Shibata, da loro chiamato iperellittico, in risposta all’acerrimo concorrente Stanton (con la controllata Pickering) che aveva messo sul mercato poco prima una classe di testine con stilo della stessa tipologia (anche se con leggere differenze per non incorrere a problemi di licenze e brevetti; QUI potete ritrovare la tabella che spiega in modo esauriente la storia e l’evoluzione degli stilo) che loro però avevano chiamato “Stereohedron”. Acutex lo chiamava “Perfect Tri-radial, Ortofon lo chiama Line contact e così via: ogni marca lo modificava leggermente dandogli un nome proprietario, ma la sostanza era la stessa.

Questo stilo, pensato negli anni ’50, era diventato necessario per riprodurre quelle altissime frequenze dove erano incisi il terzo e quarto canale dei dischi quadrifonici, ma ci si accorse presto che davano risultati davvero eccezionali anche in Stereo: tracciabilità aumentata con percentuali a due cifre, capacità incredibile di riprodurre dettagli che prima rimanevano nascosti nei microsolchi, causa l’impossibilità dei tagli ellittici e conici di raggiungere le loro parti “più recondite”.

Oltre a questo enorme passo avanti dello stilo, Shure aveva introdotto lo spazzolino che fungeva da attenuatore sia dai problemi di risonanze date da eventuali imperfezioni del disco, che come attenuatore delle cariche elettrostatiche. Di tutti gli aggiornamenti della V15 che si sono succeduti in casa Shure il passaggio dalla III° alla IV° è forse quello che ha segnato il maggior incremento qualitativo di tutti.

Bisogna rimarcare che questo step segna l’avvento per Shure delle testine con capacitanza consigliata fra i 200 e 300 pf, quindi più bassa dei 400-500 consigliati per la generazione precedente: tuttavia Shure ha sempre seguito con un occhio di (grande) riguardo i vecchi clienti, in questo caso mettendo a loro disposizione gli stilo iperellittici anche per i corpi dell’era III°.

Si potevano comprarli come aggiornamento, ma per qualche anno ancora vennero commercializzate le M75HE, la M95HE e la V15 III° HE. Perché mi soffermo su questo aspetto? Molto semplice, perché Jico per queste testine ha messo in commercio anche lo stilo HE ad un prezzo un po’ più contenuto rispetto ai top di gamma SAS Microridge. Il costo cala dai 133 ai 90 $ circa.

Nell’era IV° la gamma Shure oltre che della nuova ammiraglia e degli altri corpi dell’era III° aggiornati con stilo HE si arricchisce di una nuova famiglia di testina, ovvero la M97, pensata per offrire lo stilo iperellittico e lo spazzolino smorzante anche su una testina più a buon mercato dell’ammiraglia. La M97 viene offerta sia con lo stilo HE che con i più tradizionali ellittico e conico. Non ha i nuclei laminati della serie V15 ed il disegno interno è diverso, tanto che i valori elettrici di induttanza e resistenza interna se ne differenziano, anzi, sono molto vicini a quelli della M95 che va a sostituire.

Anche questa testina, provata da appassionati americani sulla serie Dual 12xx ha avuto recensioni molto, ma molto lusinghiere, segno di un ottimo interfacciamento meccanico con il giradischi. Sicuramente è molto più rara da trovare rispetto ai corpi dell’era III° rispetto alle quali rimase in catalogo per un periodo di tempo nettamente inferiore.

La gamma della famiglia M97 del 1980 (da non confondersi con quella in vendita attualmente)

La gamma della famiglia M97 del 1980 (da non confondersi con quella in vendita attualmente)

Queste due serie godono tuttora di grande considerazione, molti appassionati ritengono la V15 IV° la testina Shure, al di fuori delle serie speciali Ultra e VST, migliore di sempre: un grande mix di dettaglio, ariosità e musicalità: poiché fu venduta per un periodo più ridotto rispetto alle altre ammiraglie è impresa ardua trovarla con stilo originale HE o, peggio ancora, con quello MR (chiamato VN45MR) prodotto durante l’era V° per aggiornare questa testina all’ultimo ritrovato tecnologico in fatto di stilo, anche dopo la sua uscita di produzione.

Quello che è certo che anche in questo caso chi la ha aggiornata con i moderni Jico SAS non ha riportato lamentele, anzi. Questa testina è ricercata da tutti, anche perché lo speciale spazzolino smorzante, faceva sì che la frequenza di risonanza in accoppiamento con praticamente ogni tipo di braccio si venisse a trovare nel range ottimale fra gli 8 ed i 14 hz.

Devo specificare una cosa importante: gli stili di ricambio Jico HE ed SAS per tutte le Shure che hanno lo spazzolino antistatico e funzione di smorzamento delle vibrazioni mantengono solamente la prima delle due funzioni citate. Questo non pone comunque alcun problema di interfacciamento con i Dual 1019, 1219, 1229, in quanto peso della testina e cedevolezza dello stilo intorno ai 20 cu, riportano la frequenza di risonanza nel range ottimale.

Se la capacitanza consigliata per queste testine è ottima per i Dual originali, cosa può fare chi ha i Grundig PS 70 e PS 71 e vuole provare una V15 IV° od una M97HE? Semplice, comprare un cavo originale dei Dual serie 12xx ed anche 505-521, 604-621 – 704-721 che porteranno la capacitanza sentita dalla testina dagli originali 400 ai 240 circa; non è difficile trovarli usati come pezzo di ricambio sui siti tedeschi online (anche se la sostituzione è una operazione da fare con cura).

Ancora un intervallo musicale prima di passare all’era V°: visto che questo articolo viene pubblicato poco dopo l’inizio del campionato italiano, vi propongo il video originale di quel brano che fin dall’inizio degli anni ’70 ogni domenica pomeriggio era febbrilmente atteso da una moltitudine di persone prima dell’inizio dei secondi tempi e veniva sfumato dopo pochi secondi dalla indimenticabile voce di Roberto Bortoluzzi dalla studio centrale di “Tutto il calcio minuto per minuto”; i diversamente giovani come me lo ricorderanno senz’altro. Qui dallo studio centrale di Grundiglove passo quindi la linea ad Herb Alpert che suonerà per noi “A Taste of Honey”

 

Voglio dare qualche notizia (che ho appreso proprio durante le ricerche fatte per questo articolo) riguardo questo brano: “A taste of Honey” fu un grande successo inglese dell’era pre-Beatles : fu scritto per una omonima commedia musicale che andò in scena a Londra nel 1958 diventando immediatamente un “instant-classic”. Subito ne vennero fatte innumerevoli cover (persino i Beatles ne fecero una inserendola nel loro primo album “Please Please Me” del 1963): quella che si ascoltava attraverso le autoradio e quelle minuscole transistor che si portavano allo stadio appena proposta è del 1966, ma sarebbe stato perfetto per ogni appassionato di calcio e non, chiudere la domenica alla sera ascoltando questa magnifica versione – la più bella di tutte quelle che ho trovato su Youtube (notate che potete trovare anche quelle di Barbra Streisand, Sarah Vaughan, Tony Bennett ed altri famosissimi cantanti) – della cantante americana Peggy Lee.

Se la squadra del cuore aveva perso, sarebbe stato meglio consolarsi con questa magnifica interpretazione, piuttosto che con lo Stock 84 – i diversamente giovani come me ricorderanno sicuramente la reclame alla fine di “Tutto il calcio minuto per minuto” durante tutta la prima metà anni ’70 (nella seconda metà divenni un grande appassionato di Formula 1 smettendo di seguire il calcio: la voce di Mario Poltronieri sostituì quelle dei telecronisti del calcio).

Voi accomodatevi nel modo più confortevole possibile, chiudete gli occhi e godetevi questa magnifica interpretazione.

 

Qui i codici dell’album da cui è tratta questa versione di Peggy Lee e qui i riferimenti per i codici delle prime stampe dell’LP originale di Herb Alpert in cui fu inserita per la prima volta.

Permettetemi un ultima annotazione: la copertina di questo disco divenne anch’essa un instant classic: fu la prima in cui si intravedeva una donna completamente priva di indumenti, coperta solo da schiuma da barba : fece un certo scalpore, tenete presente che si era nel 1966.

A TASTE OF HONEY COPERTINA

ERA V°: SHURE V 15 VMR PER CONTROBATTERE I CD

L’UNICO CASO CON CONTROINDICAZIONI.

Arriviamo alla vigilia dell’avvento del Cd, l’anno 1982, arriva sul mercato l’ultima generazione ed aggiornamento in fatto di taglio di stilo, quelli chiamati “esotici”, che sono un ulteriore passo avanti rispetto alla categoria “iperellittici – Shibata) essendo quelli sono quelli che riproducono in modo quasi perfetto il taglio dello stilo incisore usato dalle case discografiche.

La Shure ne approfitta lanciando sul mercato la quinta versione della serie ammiraglia V15: oltre al nuovo taglio del diamante “Microridge”, abbreviato in MR, ha un nuovo sofisticatissimo cantilever in berillio (materiale leggerissimo, ora bandito dalla produzione in qualsiasi salsa per la sua pericolosità per gli esseri umani) ed un nuovo motore modificato con una resistenza interna di 850 ohm ed una induttanza ad un valore che scende fino a 320 Mh.

Non credo che all’epoca ci fossero molte testine che montassero quel cantilever e stilo così sofisticati allo stesso prezzo: certo Van den Hul ne produceva, ma le sue MC già allora costavano svariate volte l’ammiraglia Shure, praticamente due occhi e mezzo della testa. Notare che Shure non ha mai prodotto testine MC, così come Grado che le ha inventate, ha presto rinnegato questa tipologia di testine passando alle MI “Moving Iron- Ferro mobile” una variante delle “MM- magnete mobile”.

Shure V15V-MR dal catalogo del 1985

Shure V15V-MR dal catalogo del 1985 – notate in basso la pubblicità per aggiornare le V15 III° e IV° con gli stilo Microridge

Interessante l’aneddoto sul Responsabile produzione alla fine degli anni ’70 della Shure che, interrogato sul come mai il più grande produttore di testine al mondo non abbia mai pensato di produrre una MC, abbia risposto – “Perché non ne vediamo alcun vantaggio dal punto di vista della qualità del suono”. Sicuramente la V15 V° ebbe anch’essa un grande successo di critica e pubblico e gode ancora oggi di una grande e meritata fama, tanto che qualche stilo di ricambio NOS Shure V15 VMR si può ancora trovare in America, ma le quotazioni in questo caso diventano…..lunari, ho visto casi in cui hanno oltrepassato di slancio i 400 $

Voi direte “che problema c’è”, esiste pur sempre il ricambio Jico SAS, che ha il taglio MR praticamente uguale a quello originale ed un cantilever costruito con un materiale altrettanto sofisticato del berillio, ovvero il boro. Invece qui casca l’asino; leggendo casualmente una recensione della più recente testina dell’era V°, ovvero la M97XE (di cui vi dirò tra poco) aggiornata con uno stilo SAS che potete trovare qui, mi trovo nei commenti dei lettori una dettagliata spiegazione del perchè l’unica testina Shure che vede notevolmente alterata la sua timbrica, se aggiornata con i Jico SAS, è proprio la V15 V°MR (e la successiva V15 VxMR).

La spiegazione viene data dall’appassionato che si firma con il nickname “Dconsmack” nel post dal titolo “My test record” ed è veramente illuminante: innanzitutto ci spiega che se tutte le testine hanno una particolare frequenza di risonanza sulle frequenze bassissime, determinata da cedevolezza e massa totale del sistema braccio testina, esse hanno anche un particolare picco di risonanza sulle frequenze alte, determinato meccanicamente dalla massa del cantilever unito al valore elettrico dell’induttanza. Più questo picco di risonanza è al di sotto dei 20 khz, maggiore sarà la sua influenza sugli alti con conseguente alterazione timbrica del suono (alte frequenze più dure ed affaticanti).

Se sopra tornate a vedere più sopra la seconda pagina della Prova di Radio Electronics della M95 ED e precisamente nel riquadro “OVERALL PRODUCT ANALISIS – Analisi complessiva del prodotto”, dove dopo aver fatto un confronto con la più costosa V15 III° (e nel quale sottolineano che le due testine hanno un timbro praticamente uguale, con un pizzico di raffinatezza in più a favore dell’ammiraglia) troverete l’ultima frase molto importante in merito al fenomeno di cui stiamo parlando, dice “Non abbiamo sentito nel suono alcun effetto evidente del fatto che il picco di risonanza degli alti si trovi per la M95 a 19 khz (quindi leggermente al di sotto della soglia di sicurezza dei 20 khz) contro i 23 khz della V15 III°”

Questo fenomeno ha una grande influenza sul suono della V15 V° aggiornata con il Jico SAS con cantilever in boro, ovviamente di massa diversa e per di più composto da due elementi contro quello in berillio della Shure composto da un unico elemento. Un’altro appassionato con strumenti tecnici degni di una casa produttrice, sottolinea che lo stilo SAS sulla V15 V presenta due picchi di risonanza (probabilmente perchè composto di due elementi) uno sui 16 Khz (quello che va ad enfatizzare gli alti) ed un secondo sui 32 Khz, pari a quello unico della V15 V° con stilo MR originale della Shure (che quindi non influenza minimamente la risposta sugli a la loro qualità di riproduzione perchè in gamma assolutamente inaudibile dal nostro orecchio).

Immagino che adesso voi direte: ma allora Luca hai scritto ben quattro articoli in cui ci hai consigliato fino ad ora uno stilo che mi va ad enfatizzare gli alti su qualunque testina Shure in cui lo vado a montare?

NO, NON VI HO TIRATO UN PACCO…..

Per fortuna non è affatto così (non immaginate che sospiro di sollievo ho tirato dopo aver letto le conclusioni di questi super appassionati); infatti la linearità di risposta in frequenza sugli alti è data da quel picco di risonanza meccanico di cui stiamo parlando e dal suo interagire con il valore di induttanza della testina: se è vero che il cantilever in boro è molto probabilmente uguale per tutti gli stilo SAS adatti alle varie Shure prodotte nel tempo (anche se debbo doverosamente precisare che non ho conferma diretta di questa ipotesi, è solo una supposizione), e conseguentemente sono meccanicamente uguali con i due picchi di risonanza verosimilmente uguali per tutti, è altresì vero che i diversi valori di induttanza delle varie testine Shure, fanno si che per la stragrande maggioranza di esse, il picco di risonanza sui 16 khz viene reso inaudibile senza quindi ad andare a peggiorare la loro resa sulle alte.

Per essere precisi questo accade per tutte le testine Shure con induttanza uguale o superiore ai 500 MH: se andate più sopra e tornate a leggere attentamente la Tabella 1, noterete che sono solamente due sono quelle con induttanza inferiore a questo valore e quindi non ottimali per l’aggiornamento SAS e sono

  1. V15 VMR con induttanza a 330 MH, la più critica in assoluto

  2. V15 xVMR con induttanza a 420 MH.

Rimane il fatto che a chi piace un suono con alti in evidenza potrebbe addirittura preferire queste ultime due alle altre con SAS montato; tuttavia in questo caso mi sento di poter dire che ha fatto tanta fatica per nulla ed ha sbagliato testina: per questo tipo di suono un po’ sbilanciato in gamma alta si fa prima a comprare una Audio Technica 440 MLB (circa 200 euro), famosa in tutto il mondo per questa sua (negativa, alle mie orecchie) caratteristica.

SHURE M97xE: AMORE E ODIO

Shure M97xE attualmente in vendita

Shure M97xE attualmente in vendita

Veniamo all’unica testina Shure di una certa qualità rimasta tuttora in produzione nella gamma Shure, ovvero la Shure M97xE; mentre la sostituta della V15 VMR, ovvero la la V15xMR (in realtà una versione meno sofisticata di quella che andava a sostituire) viene messa fuori produzione nel 2006, la M97xE è sopravvissuta fino ai giorni nostri con un prezzo di vendita appena superiore ai 100 euro.

Togliamo subito dal campo una ipotesi che molti ancora si azzardano a fare sul web, ovvero che questa M97xE sia in realtà una V15xMR con un più semplice stilo ellittico, piuttosto che Microridge della precedente ammiraglia; questo mi sembra totalmente falso. Molti lo dicono basandosi sul fatto che se si trovasse ancora oggi uno stilo originale per la xMR in effetti si potrebbe utilizzare anche sulla M97xE perchè l’attacco è uguale, ma le similitudini si fermano qui: il disegno interno è del tutto diverso, lo testimoniano i dati elettrici. Ambedue ottimizzate per una carico capacitivo compreso fra i 200 ed i 300 Pf (tra l’altro la M97 è sensibilissima a questo range, discostarsi da esso provoca subito evidenti alterazioni sulla risposta sugli alti (vedere qui la prova di TNT Audio in italiano) la V15 XMR ha induttanza di 420 MH e impedenza interna di 1.000 Ohm, contro i 650 MH ed i 1550 Ohm della M97XE: mi sembra che la loro diversità salti all’occhio (anzi questi dati sono precisi uguali a quelli della più vecchia M95!).

Tuttavia bisogna riconoscere una caratteristica notevole per la sua fascia di prezzo che non si trova in alcuna delle sue concorrenti, ovvero lo spazzolino pulente, antistatico e smorzante dall’efficacia ineguagliata anche dagli stilo SAS prodotti dalla Jico.

ANTITESI

Come dice il titolo del presente paragrafo sembra che questa testina sia destinata ad essere osannata oppure odiata, senza molte mezze misure: viene osannata per il suo suono caldo, musicale mai affaticante, viene odiata per la sua scarsa capacità di risolvere i dettagli più minuti ed anche di separare adeguatamente i vari strumenti. Sembra essere una testina frutto di un compromesso, per ottenere la sua migliore qualità, si è incorsi nel suo più grosso limite.

Ci sono molti suoi sostenitori a spada tratta che sostengono che questa testina non è affatto “chiusa” sugli alti o poco “ariosa”, accusando i detrattori di non aver compreso fino in fondo cosa si intende per timbrica corretta, fedele all’originale, che non stupisce con “effetti speciali” – e che in realtà al prezzo di poco più di 100 euro si tratti dell’affare migliore in assoluto che si possa fare nel campo delle testine: in fondo i suoi detrattori la confrontano con testine di costo molto superiore (come appunto la Audio Technica AT440, la Ortofon Bronze ed altre ancora con stilo più sofiisticati del “semplice” ellittico della M97xE).

Altra cosa che viene però spesso sottolineata è che la M97xE risente dello scarso controllo di qualità operato originariamente in fabbrica: se vi imbattete in uno stilo ben fatto come da specifiche, suona bene, ma spesso molti appassionati hanno dato la colpa a stilo nati male in fabbrica per un suono eccessivamente chiuso.

Ecco qui una discussione in inglese dove sono riportate tesi, antitesi e…sintesi. Notate fra gli utenti un certo “DualSpinsMyVynil” – “Dual fa girare i miei vinili”, se non è un fan della Dual questo…..

LA SINTESI

Le due tesi si ricongiungono in una sintesi che mette praticamente tutti d’accordo quando si passa ad aggiornarla con il suo stilo SAS: purtroppo il suo costo passa dai consueti 133 ai 163 $ certamente per il costo aggiuntivo dello spazzolino che sugli altri non c’era. Come già accennato poc’anzi la Jico specifica che la loro versione dello spazzolino, conserva le funzioni di pulizia e di combattere le cariche elettrostatiche, ma non ha alcuna funzione smorzante, cosa che con l’originale rendeva questa testina adatta praticamente ad ogni braccio, nel senso che non bisognava più preoccuparsi del calcolo del picco di risonanza sui bassi. Tuttavia poiché si adatta perfettamente, anzi si esalta con i bracci dei Dual 1019, 1219 e 1229, è una rinuncia che si fa volentieri.

Tutti coloro che hanno aggiornato la M97xE in SASsy Shure ne parlano solo in termini entusiastici, due esempi su tutti; vi suggerisco di tornare al link della prova di Analog Planet, per farvi andare a leggere il quart’ultimo commento dei lettori in fondo dove l’utente “SKR” dice che preferisce di gran lunga la sua M97 aggiornata ad MC fino a 3.000 dollari, come era ad esempio la sua Lyra Helicon: oppure ancora potreste leggervi 26 commenti entusiasti direttamente sul sito della Jico.

RIASSUMENDO

Le conclusioni di questo lungo articolo sono inversamente proporzionali alla sua lunghezza: eccezion fatta per le Shure V15 V° e V 15 VxMR tutte le altre Shure si adattano molto bene all’aggiornamento con lo stilo SAS. Abbiamo anche visto che forse l’aggiornamento che mantiene meglio di tutti (sempre a parere di appassionati sparsi per il mondo) il carattere timbrico originale delle Shure è quello che si va a fare sulle famiglie M44-M55, M75-M91 ed anche M95 ed M97 in virtù della loro induttanza superiore ai 500 MH.

Certamente nessuno si è comunque lamentato (tutt’altro!) dell’aggiornamento della serie V15 III° e IV° che hanno induttanza proprio di 500 MH, valore coincidente con quello che si è considerato necessario per evitare una gamma medio alta alterata, l’unico loro vero problema è il costo e la reperibilità limitatamente alla serie IV°.

In linea generale se avete un Dual montato su un compatto Grundig o su un telaio stand alone sempre Grundig (PS1-1019, PS 7 e PS70 – 1219 e PS71-1229 ed altri ancora) – capacitanza superiore o uguale ai 400 pf – non vale la pena cambiare testina ma aggiornare direttamente allo stilo SAS quella montata in origine (M44-M55-M75-M91 nelle varie ridenominazioni della Dual); quanto appena detto vale anche per i Grundig PS 1010 e 1020 visto che la M85G in realtà è una M91G. Nel caso siate inclini ad un suono più neutro allora potrete dotarvi di una M95 o di unaV15III°.

Se invece avete un Dual con cavo originale lungo 1 metro accoppiato ad amplificazione Grundig (capacitanza totale inferiore ai 300 pf) allora potete considerare sicuramente la V15 III°, la V15 IV° e soprattutto la più economica M97xE della quale, se vi piace moltissimo il suo suono in versione standard, potete sempre trovare gli stilo Shure di ricambio nuovi (tenendo in conto l’incognita sulla loro effettiva qualità), a prezzi umani (circa 50 euro).

RIFLESSIONI

Prima di chiudere definitivamente questo articolo, vorrei rimandarVi alle premesse iniziali; Vi ricordo che questi non sono consigli in senso tradizionale del termine, ma piuttosto elementi che mi sento di mettere a disposizione di tutte le persone che vogliono poi indagare personalmente sul web per verificare quale possa essere la migliore soluzione per sé. Non mi ritengo affatto un esperto, ma solo un appassionato che ha piacere a condividere con altri quelle che sono le mie (limitate) conoscenze frutto della mia passione.

Questo sito è nato proprio per permettere a tutti gli appassionati del marchio Grundig e…affini (nel senso che suonano bene) di porre a confronto le proprie conoscenze ed esperienze, nessuno di noi ha la bacchetta magica per dare a tutti , nel rispettivo ambiente di ascolto il risultato sonico ottimale.

Purtroppo sono anche convinto che non esista un metodo di confronto in condizioni controllate per stabilire definitivamente quale sia il componente migliore in modo scientifico, per il semplice motivo che l’unico ambiente in condizioni controllate dove trarre delle conclusioni assolute per ognuno di noi è il nostro ambiente di ascolto. Nemmeno nei meeting si possono trarre conclusioni assolute, ma solo relativamente all’ambiente in cui si è svolto: se questo ambiente è molto simile al nostro ambiente di ascolto, allora potremmo trarne ragionevolmente delle utili (ma mai definitive) indicazioni.

Per fare un esempio molto banale, chi ha ascoltato l’impianto di Giancarlo a Pomposa, non pensi di averlo ascoltato al 100% delle sue potenzialità, perchè queste le esprime nel salotto a casa di Giancarlo; nel mio sacrificatissimo ambiente ritengo suonino benissimo il Philips CD 150, il Grundig V20 e le casse Grundig 650B ma mi guarderei bene dal dire che è il massimo in assoluto per un impianto piazzato in libreria, anche perchè ogni libreria è diversa.

Posso solo dire che a me personalmente le 650B piacciono più delle Box 400 e delle Box 550 1° serie: questo lo dico con cognizione di causa perchè il confronto è stato fatto qui a casa mia collegate allo stesso CD-player, allo stesso amplificatore ed ascoltate con gli stessi brani di riferimento; ciò nonostante mi guardo bene dal dire che le 650B sono migliori in assoluto delle 400 o delle 550, per me è così, ma rimane un mio parere personale limitato al mio salotto ed ai miei gusti personali. Tuttavia mi darebbe molto fastidio che qualche altro utente o moderatore di un forum mi considerasse uno che non capisce nulla solo perchè le mia personalissime classifiche non coincidono con le sue.

Quindi usate i meeting e questo sito per trarre indicazioni che possono servirvi alla Vs. ricerca personale del suono che preferite, ma tenete sempre la mente rivolta al Vs. ambiente di ascolto.

RINGRAZIAMENTI

Un grazie particolare ad Americanradiohistory.com per tutte le prove d’epoca delle testine Shure e del Dual 1229

Vynilengine.com  per le pagine tratte dai cataloghi Shure e la foto della testina ADC

Analog Planet per la prova della SASsy Shure M97xE (N.d.R.: l’animatore di Analog Planet, Michael Fremer, è considerato uno dei più grandi esperti americani di sorgenti analogiche)

wegavision.pytalhost.com per le pagine tratte dai cataloghi Dual

8 Comments

  1. Che dire?
    Finalmente una risposta esaustiva sui mille dubbi che ci ponevamo!
    Grazie per aver condiviso con noi tutto questo, penso che questa pagina rimarrà come pietra miliare di questo sito.
    Fabrizio Ruggeri

  2. La passione in questo forum porta ad esprimersi serenamente nelle migliori condizioni senza timori alcuni…
    Complimenti Luca!

  3. Assieme ai precedenti articoli rappresenta una raccolta di informazioni preziosissime, da leggere, studiare e consultare all’occorrenza. Un vero e proprio manuale. Sapere che in caso di bisogno lo si può consultare regala una certa tranquillità. Non oso immaginare quante ore e giorni hai passato sul web per raccogliere tante preziose e così ben organizzate informazioni. Noi abbiamo la pappa bella e scodellata. Un grazie anche da me ed un abbraccio stile Pasquale.

  4. In effetti non sono poche le ore passate sul web, ma sono distribuite fra la pubblicazione del primo articolo sulle SASsy Shure fino alla pubblicazione di questo, qui ho cercato di riordinare informazioni che avevo già trovato a lato di altre ricerche su questo specifico argomento. Grazie a tutti per gli apprezzamenti, è una grande soddisfazione avere la sensazione di avere fatto qualcosa di utile per altri appassionati come me.

  5. Grazie grazie, anche questo articolo andrà ad arricchire la nostra già vasta “biblioteca”.
    Spero di leggere presto anche qualcosa che riguardi le testine ELAC.
    Da qualche giorno ne sto testando una (STS155 prelevata da un giradischi MIRACORD 625 che sto restaurando (a sua volta montato su un Grundig Studio 150), e ne sono rimasto sbalordito.

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