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Primo meeting Grundiglove – Abbazia di Pomposa



…entrare nella rotonda, poi prendere la seconda a dx.

Ore 19,30, l’abbazia di Pomposa alle mie spalle. Un numero imprecisato di rotonde mi separa dal casello di Ferrara sud, poi sarà come essere a casa, percorrendo km e km visti e rivisti un’infinità di volte. Sono in terra straniera, tra campi arati ed infinita pianura. Il tramonto offre il suo spettacolo, il rosso saturo termina di netto con un cielo blu sempre più scuro. La voce del navigatore è una sicurezza, so che non mi perderò e nulla può in qualche modo offuscare la tranquillità di questo viaggio di ritorno su cui si sovrappongono i ricordi della giornata. Poche auto sulla strada e quelle che mi raggiungono le lascio passare e trasformarsi in lontani puntini luminosi, sempre più vicini alla loro meta. Non ho fretta, voglio godermi questo viaggio di ritorno scorrendo come sangue nei vasi di un corpo in quiete. Rispettare i limiti di velocità diventa quasi un pretesto per rallentare, guardarmi attorno e godermi lo spettacolo del sole che cala e del riflesso dell’ultima luce nei canali di irrigazione. Mi rendo conto di quanto poco basti per rilassare mente e corpo.

L’autostrada è libera, l’asfalto liscio. Velocità di crociera ed ormai le sole luci dei fari nella notte. Niente isoradio questa sera, Domenico è stato così carino da regalarci un cd masterizzato con brani selezionati. Lo estraggo dalla custodia e lo lascio scivolare nel lettore dell’auto. In generale detesto il suono dello stereo in auto, costantemente soffocato dai rumori del motore e del traffico. Questa volta le condizioni sono differenti e con il motore che gira a velocità costante, l’assenza di buche ed il traffico inesistente, dai diffusori esce un ottimo suono. I brani sono ben registrati, i generi variano ed in particolare la mia preferenza casca su “oxygene 4°” di J.M.Jarre, “Thru these walls” di Phill Collins e “You and your friend” dei Dire Streits col loro suono pieno ed avvolgente ed alla fine non sarà che una loro riproduzione continua.





Sveglia alle 7.00 questa mattina, giù dal letto come un grillo ed il piacere di iniziare la giornata da tempo programmata, attesa e finalmente arrivata. Dalla finestra della cucina un bel cielo limpido e l’aria fresca che mi ricorda il cambio stagionale imminente. Valentina dorme, lei non ha motivi per rinunciare ad un po’ di sonno in più il sabato mattina. Accosto la porta della camera da letto, ma tanto so che Smilla, la nostra gatta a questo punto inizierà il pattugliamento camera cucina aprendo continuamente la porta, decido di chiuderla. Faccio colazione e sono nei tempi stabiliti. Ho caricato l’auto ieri sera cercando di sistemare nel migliore dei modi quello che porterò, basterà scendere, girare la chiave e partire verso la destinazione. Il serbatoio è pieno, non avrò altri pensieri se non quello di arrivare a Pomposa.

Abbiamo avuto diverso tempo per programmare questa giornata, la presenza di un numero non certo di persone e apparecchi da ascoltare, lascia presagire che alla fine tante cose non andranno in modo ottimale, ma in definitiva ci siamo detti che si tratta del primo incontro e che riuscire a trovare il modo migliore di ascoltare quello che verrà portato va in secondo piano rispetto allo scopo primario di ascoltarci tra noi, parlarci, ridere e dare finalmente un volto ed un corpo alle piccole icone ed ai fiumi di parole che ci rappresentano sul web. Sperimenteremo sul campo gli errori fatti e tutto questo sarà di spunto per organizzarci meglio al prossimo incontro.

A parte un receiver R35a che bene o male tutti conoscono e che ho caricato per consegnarlo al buon Marco Cristadoro ed alle sue amorevoli cure, ho messo alla prova la schiena sistemando in auto anche i 40 kg delle aktiv box 30 e del pre svx6000 che deve pilotarle. Il pre è stato acquistato da un pò di tempo, restando in attesa delle casse. Quando sono arrivate, disastrate a causa della negligenza del venditore, per mancanza di un cavo appropriato, ho potuto solo provarle singolarmente. Insomma tutto si accendeva e funzionava, ma sulla qualità del suono ne sapevo veramente poco. Dopo il primo sconforto per il danno subito nella spedizione, ho iniziato il lavoro di restauro delle griglie aspettando il meeting al quale avrei potuto capire meglio se valesse la pena iniziare il restauro completo. In definitiva ho poco da proporre: l’R35a finisce nel bagagliaio di Marco ed il sistema attivo sarà timidamente portato in scena alla fine della festa, cercando di non togliere tempo prezioso all’ascolto di altri componenti. Insomma un po’ mi sento anche in colpa, del resto sono una sorta di novizio e non è male dedicare maggior tempo all’ascolto di quello che gli altri hanno da proporre e soprattutto dire.

Ragionando su questo nostro mondo vintage, una parte di me desidererebbe poter comprare apparecchi di 30/40 anni come fossero nuovi, l’altra invece, sempre più prepotentemente li vorrebbe bisognosi di cure, ovviamente risolutrici, nella consapevolezza che salvare un componente dal degrado del tempo riportandolo in condizioni di funzionare a dovere, regala maggiori emozioni. A volte possiamo farlo da noi e tali soddisfazioni sono tangibili, altre ci accontentiamo di esserci riusciti individuando la strada giusta ed affidandoli a mani sapientemente selezionate.

Il nostro mondo è decisamente emozionante, in buona parte giocato sull’azzardo. Quasi mai esiste la tranquillità dell’acquisto garantito del nuovo. La nostra è una vera propria caccia: programmiamo le reti di ricerca, cerchiamo fonti attendibili, indaghiamo sui venditori e leggiamo tra le righe segni premonitori di rischio o affidabilità. Passiamo ore nel dubbio, soppesiamo il nostro interesse, seguiamo le aste provando a prevederne le evoluzioni e magari rubiamo ore di sonno davanti ai pulsanti di “fai una proposta” o “compra subito”. Quando poi il pulsante è stato schiacciato inizia la trepidante attesa, fatta di tempi di consegna variabili e dolorose immagini mentali di scatoloni che vengono buttati giù dai camion dei corrieri durante il trasporto, cose che tolgono il sonno. Fino al suono del campanello. Una vista esperta scansiona in un battibaleno gli spigoli e lo stato della confezione e nel mentre decide se accettare con riserva, per quel poco che possa valere. Chiusa la porta lo scatolone resta lì, come un ebete lo guardo, un pò mi ci getterei sopra come un bambino sul dono di Natale, un po’ tornerei a quel che facevo prima perchè chissà in che condizioni sarà il contenuto.

Dopo l’incertezza delle prime volte, penso che tutto questo faccia parte del gioco e che lo renda degno di essere giocato.

Sono da tempo entrato in autostrada, sull’Appennino il traffico non è proprio scorrevole ed isoradio mi comunica che in una delle sue gallerie c’è stata la perdita di materiale non identificato da parte di un camion. Spero non si tratti di sostanze oleose e comunque si risolva tutto in tempo per il mio passaggio. Resto nei limiti, ma il piede tende a pigiare, come si dice dalle mie parti. Il navigatore segnala le 10,45 come orario di arrivo, comincio a pensare che forse sarei potuto partire prima.

Il traffico si risolve e come spesso succede, non trovo alcun segno di materiali dispersi o possibili cause di rallentamento.



Tra 1,2 km uscire a dx.

Eccoci al casello di Ferrara sud, finalmente si esce e si entra nell’inesplorato.

Oggi vedrò anche mio fratello, non è nella comunità di Grundiglove, ma in parte sono riuscito ad interessarlo, diciamo che soprattutto è una buona occasione per incontrarci e poi mi ha fatto la gentilezza di passare a Milano non molti giorni fa a ritirare un Grundig PS1 (Dual 1019) trovato alla ridicola cifra di 40 euro, il venditore non aveva nessuna intenzione di spedirlo.

Mi ha telefonato da non molto, viene da Padova via autostrada e mi chiedo se sia già uscito al casello di Ferrara o ci debba ancora arrivare. Penso a lui e contemporaneamente a tutti gli amici che in parte saranno già sul posto o ancora in auto in avvicinamento, come in un film poliziesco ho un’immagine vaga alla google maps con tanti puntini che lampeggiano e si dirigono verso la destinazione.

Questi sono i km più lenti, ma mi distraggo guardando i campi ed i nomi dei paesi. Non sono strade che conosco, ci sono passato una sola volta venendo da Padova fuori autostrada fino al delta del Po. Ricordo Comacchio e tra i cartelli individuo il suo nome. Il conto alla rovescia leggendo l’orario di arrivo sul navigatore inizia e con anticipo rispetto a quanto previsto sull’Appennino, alle 10,30 arrivo a destinazione. Riconosco la rotonda della foto vista a suo tempo su internet e mi piazzo davanti ad un cancello chiuso. Possibile non ci sia nessuno alle 10,30? Poi leggo il cartello ed in contemporanea mi ritrovo sulla dx l’auto di Marino ed il suo viso sorridente che mi fa segno di continuare fino all’entrata giusta. Mi piace quel viso penso e procedo fino al parcheggio.

Un po’ di auto sono già parcheggiate, penso al peso delle aktiv box 30 ed individuo il posto più vicino alla porta della sala.

Ci siamo, che le danze abbiano inizio.



 

Varco la porta e vedo gli amici già all’opera. Un paio di audiorama 8000 piazzate in compagnia di due audioprisma 703. Sul fondo altre 2 audioprisma bianche, le riconosco come quelle di Marino. Alla base due Geloso. Sul tavolo un amplificatore Grundig V1700 lavora, ma non in modo entusiasmante. La stanza è grandina, piuttosto lunga, con una serie di tavoli a riempirla per quasi la totale lunghezza. Sono stati spostati verso una parete diventando il banco di appoggio degli apparecchi scaricati dalle auto. Alcuni sono ancora imballati, altri sono già in fila che aspettano il loro turno. Diverse cose Grundig ovviamente e non potrebbe essere altrimenti, ma anche altri nomi come si era deciso ancor prima dell’incontro. Qualsiasi cosa si pensi valga la pena ascoltare, la si può portare. Vedo anche tra gli altri, degli oggetti non identificati, evidente frutto di progettazioni fai da te… Interessante!

Intanto qualcuno si accorge che c’è un nuovo arrivato e comincio a stringere qualche mano, scattano i sorrisi ed un po’ titubanti cerchiamo di associare correttamente gli amici virtuali a quelli in carne ed ossa, cosa non sempre facile se la foto su facebook non è quella della persona. Nel frattempo arriva anche mio fratello e traslochiamo il Dual 1019 nella mia auto. Buono stato generale, cappa un po’ graffiata, ma assolutamente integra, senza la minima crepa, ci vorrà pasta abrasiva e tanto olio di gomito, ma le buie giornate invernali sembrano fatte apposta per questi lavoretti.

Individuo Giancarlo che apre subito il discorso, cappero quanto parla, ma la sua passione è contagiosa. Ricordo gli interventi infervorati di quando entrato da pochissimo nella comunità FB di Grundiglove cercavo di orientami e capire come muovermi e proprio ci capivo poco, soprattutto perchè Giancarlo partiva in quarta rispondendo a provocazioni che proprio non riuscivo ad individuare. Poi feci due più due e mi resi conto che ci si riferiva ad altro sito internet con mentalità diametralmente opposta alla nostra, non mi fu difficile capire da che parte stare. Beh! casomai mi fossi perso qualche puntata Giancarlo ha provveduto a ricapitolare il tutto ed ho conosciuto con maggior dettaglio la storia ben poco edificante dello “spennagrulli”. Mio fratello è vicino a me, immagino quanto possa essere tutto ancora più incasinato per lui ascoltando questi argomenti, visto che è totalmente all’oscuro di qualsiasi cosa, mentre io un minimo di prepazione l’ho acquisita in questi mesi. Giancarlo tuttavia lo ricordo anche per altro, Giancarlo è l’uomo delle valvole, il felice possessore di due affascinanti Geloso G232HFN. Ricordo le tante volte in cui si è parlato di loro ed in particolare lo splendido articolo di Luca Righi ospite a casa sua e relative foto. Finalmente li vedo questi Geloso ed in giornata li ascolterò anche. Giancarlo parla, parla a raffica ed io non capisco se mi interessa di più quello che mi racconta sulla loro storia e delle peripezie per riportarli in vita o semplicemente l’osservare quest’uomo appassionato che con l’energia di un ragazzino mi indica la strada per non invecchiare mai.

foto_3bAltri arrivano e tra loro individuo Marco il problem solver del gruppo, l’uomo che combatte il logorio del collezionista vintage moderno, capace di restituire il sonno praticamente a tutti. La lettura dei suoi articoli tecnici di riparazione è ormai un piacere ricorrente e di questo passo si trasformerà ben presto in una sorta di divinità buona dotata di infinita pazienza e generosità. L’idea che mi ero fatto si dimostra veritiera e stringendogli la mano è come se lo conoscessi da sempre. Venendo da Roma è quello che ha fatto più km, meriterebbe una medaglia come quella che danno ai raduni della Vespa per il partecipante che arriva da più lontano. L’auto è piena come un uovo, 15 apparecchi ormai “guariti” e bramati dai rispettivi proprietari vengono distribuiti come doni di Natale, alcuni saranno direttamente spacchettati e si metteranno in fila per far sentire la loro voce in sala. Tra i tanti il Sansui AU-555a di Roberto Cecchini, come una donna desiderata con un vestito “vedo non vedo” mi passa davanti tra le sue braccia, mentre lo trasporta avvolto nel suo vestito millebolle.

Siamo ormai una ventina. All’ingresso su un tavolo generi di prima necessità tipo acqua e succhi per dissetarci, ma anche qualche sciccheria alcolica portata con grande generosità da Corrado Riscica.

Il tempo passa velocemente e tra amplificatori, lettori cd e casse acustiche si arriva all’ora di pranzo. Organizzata qualche macchina, a soli 2 km troviamo il ristorante prenotato da Marino. Una bella tavolata ed in attesa delle pizze abbiamo modo di conoscerci meglio. Sono seduto vicino a Domenico Giovannini ed Andrea Gianelli, si parla del più e del meno, ma ovviamente si finisce sempre lì, del resto siamo al meeting Grundiglove, mica alla sagra del cinghiale e dei tortelli. Tipico iter da trattoria, con finale di spostamenti vari di seggiola lungo la tavolata, poi una volta pagato tutti di ritorno alla stanza perchè già si sente l’astinenza.

Gli apparecchi si succedono, si alternano lettori cd Philips e Sony portatile, sul tavolo anche un giradischi Dual e compatti Saba e Tandbergs, resteranno inascoltati per mancanza di tempo. Occorre spazio e le audiorama 8000 vengono portate via per far posto a delle 850a professional, ma si preferiscono le audioprisma 703, che restano le casse di riferimento. Vedendo partire le audiorama mi piange il cuore, non mi sembra di averle sentite cantare, probabile le abbiano ascoltate quando ancora non ero arrivato, poi però vengo a sapere che erano pilotate dal Grundig 1040 o 1020 in mattinata, ricollegandomi a quel momento ne rammento la gradevolezza. Ci saranno altre occasioni per ascoltarle miratamente. Corrado porta anche un paio di Telefunken TLX3 e siamo tutti curiosi. le ha comprate giusto qualche giorno prima del meeting e ci aveva già preannunciato l’intenzione di condividere con noi il loro ascolto. Purtroppo un problema ai medi non ci permette di apprezzarne la reale resa e veloci come son venute, se ne vanno.

Rifletto sulle condizioni di ascolto della sala, che non sono proprio da manuale e lo faccio soprattutto pensando alla resa apparentemente deludente delle 850a. A casa di Pasquale Galasso qualche mese fa, in condizioni ben più controllate, avevo potuto deliziarmi del loro suono subito dopo aver ascoltato le audioprisma 703, stessa situazione di ora, ma in quella circostanza, in abbinamento con un receiver R35a non avevo assolutamente notato una superiorità netta delle 703, anzi pur riconoscendo a queste una qualità sonora indiscutibile, il mio orecchio aveva gradito di più il suono delle 850a, più aperto sui medio alti, gusto personale ovviamente, tant’è che Pasquale invece ritiene ed è in buona compagnia, tali audioprisma le casse preferite in assoluto. A prescindere dalle condizioni oggettive delle casse del meeting probabilmente in tale ambiente le audioprisma rendono meglio o semplicemente lo fanno in abbinamento con la catena di apparecchi del momento, o ancora erano troppo vicine tra loro ed io disassato. Quante variabili da prendere in considerazione, tutto meno banale di quanto un profano potrebbe immaginare.

Questo incontro e queste persone mi piacciono veramente, nessuna palese esasperazione e difesa del marchio a spada tratta, solo ricerca del bel suono, da qualunque parte esso venga è ben accetto. La scelta stessa del nome di riferimento Grundig non è infatti solo un riconoscimento alla bontà del prodotto, in particolare se preso un determinato momento storico, ma anche la scelta di un marchio a lungo messo in secondo piano dal popolo “evoluto” dell’hi-fi, troppo attento a trarre valutazioni basate su falsi parametri di costo ed estetica. Il gruppo si può identificare pienamente nel marchio Grundig e nella sua ricerca, almeno ai tempi d’oro precedenti all’invasione orientale, del massimo rapporto qualità/prezzo senza inutili fronzoli ed effetti speciali. Questo siamo noi, semplice sostanza e mente aperta capace di valutare i tanti pregi di quello che ci capita sotto le orecchie e gli immancabili limiti che possono esistere. Gli estremismi preferiamo lasciarli ad altri.

In perfetto accordo con tale pensiero, nella successione degli apparecchi abbiamo avuto modo di ascoltare anche cose per molti, a cominciare da me, sconosciute. Non avevo ad esempio mai sentito parlare di Heco eppure il 2000 receiver collegato ha sicuramente dimostrato le sue doti. Il Sansui AU-555a di Roberto non ha tradito le aspettative, bello pulito, come da lui ed altri fatto notare, meglio se privo di loudness, in controtendenza rispetto a quello a cui siamo normalmente abituati, ma va detto o meglio ricordato, visto che ormai è verità acclarata, che gli ingegneri Grundig , hanno voluto e saputo curare in modo maniacale l’argomento in questione.

Non sono mancati neanche i momenti dedicati all’autocostruzione, con l’ottimo amplificatore minimale di Andrea Gianelli, capace di pilotare egregiamente le casse Grundig e facendo un passo indietro è stato bello poter sentire il finale nato dalla collaborazione di Vincenzo Doria e Marino Fabbri. Progetto oltretutto tremendamente moderno nel design nonostante gli anni, una linea direi che potrebbe sposarsi a perfezione con le tendenze attuali nel campo della musica liquida.

Insomma ho notato con piacere che tutto si è svolto con serenità ed anche se nella quasi completa mancanza di un programma che aiutasse lo svolgimento del meeting, siamo riusciti a fare quello che volevamo. Ho ancora il ricordo di questa stanza in cui le persone si muovevano in continuazione spostando apparecchiature, inserendo cd, bevendo prosecco, ridendo e tutto come se ci fosse in realtà un piano ben chiaro da seguire.

Un momento atteso da tutti è stato quello dell’ascolto dei Geloso a valvole di Gianfranco. Esperienza ripetuta tante volte per alcuni, prima volta assoluta per altri. Io ero uno di questi per l’appunto, mai ascoltato un valvolare in vita mia ed ora eccomi qui davanti a due mono Geloso. La curiosità è tanta. Apparentemente in disparte sulla mia seggiolina, in realtà guardo tutto attentamente con grande interesse. Osservo anche Giancarlo e mi intenerisce vederlo maneggiare i due amplificatori di cui va tanto fiero e che tanti momenti piacevoli gli hanno saputo dare negli anni. Per un attimo non esiste più la stanza e tutti noi, ma solo lui ed i gesti ripetuti chissà quante volte: il posizionamento sul tavolo, l’asportazione delle 2 griglie protettive, i collegamenti al resto dell’impianto e poi l’attesa che le valvole si scaldino. Tutto con pazienza seguendo ritmi a cui oggi non siamo quasi più abituati, consapevole che è l’attesa stessa parte integrante del rituale, senza la quale la “magia” andrebbe persa. Ipnotizzato da quel che vedo viaggio oltre e riaffiora alla mente il ricordo di un televisore Brionvega a valvole, lo accendo ed attendo che qualcosa appaia lentamente sullo schermo, ma quando il contrasto diventa sufficiente, non vedo altro che un’immagine statica perchè le trasmissioni non sono ancora iniziate. Anni luce fa tecnologicamente parlando.

“Una ventina di minuti” mi spiegherà poi Giancarlo, il tempo necessario perchè il funzionamento degli amplificatori sia corretto. Inizia l’ascolto ed il “direttore d’orchestra” sfiora sapientemente le manopole, si allontana, ascolta e risfiora, fino a quando il suono non è soddisfacente. Dopo si siede tra noi e mi spiega tante cose interessanti che meglio riescono a farmi comprendere il perchè di quel bel suono. In mattinata mi aveva raccontato la storia della ricerca di quelle splendide macchine, ora finalmente con fierezza può farcele sentire ed i suoi occhi brillano.

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Ore 17,30, diverse persone sono in viaggio verso casa ed altre lo saranno tra non molto. Penso al bagagliaio della mia auto ed alla coppia di aktiv box 30 ed al pre sxv6000…che si fa? Certo sarebbe stato poco intelligente trasportarle per oltre 400 km tra andata e ritorno, senza farci nulla, dopotutto l’idea era quella di provarle chiedendo anche e soprattutto aiuto ai presenti più esperti di me e capire il da farsi. In giornata avevo veramente temuto di averle trasportate per niente visto che apparentemente non sembra esserci il cavo per una delle 2 casse, ma poi durante la ricerca quasi senza speranza, mi sono incrociato con Domenico Giovannini che conosce i suoi polli ed in auto ha sicuramente quello che mi manca. Scarico i due monoliti da 20 kg l’uno nella stanza e posiziono l’svx6000 al centro, i collegamenti vengono fatti assieme a Marco e Domenico e tutto sembra accendersi correttamente, ma questo lo sapevo. Ho come tutti dei brani di riferimento con cui vorrei testare l’impianto, ma sono nell’iphone, brani non compressi ovviamente, non ci sarà un dac degno di nota, ma questo passa il convento. Apparentemente manca un minijack per collegare l’iphone, ma Domenico Giovannini…conosce i suoi polli come dicevo prima. La successione di brani prevede subito un ottimo Donald Fagen che con il suo suono pulito e potente riesce a tirar fuori l’eccellente dinamica di queste amplificate Grundig.



La mia sorpresa è tanta ed inaspettata, sia perchè avevo dei paragoni altissimi ancora caldi nelle orecchie, sia perchè in questi mesi mi ero fatto delle attive un’idea totalmente errata, sia perchè la sfiga ci vede benissimo e dopo il trauma subito durante la spedizione dalla Germania, per me era quasi lapalissiano che ci fossero altri problemi. Sono più che soddisfatto, per un attimo metto anche in conto che magari si tratti solo di una mia impressione forse incompetente, ma guardando gli altri presenti, tra cui Marco, Roberto, Domenico Giovannini e Gianelli ed ascoltando i loro pareri, realizzo che probabilmente ho messo le mani su un prodotto di grande qualità. “Our day will come” di Amy Winehouse con il letto di bassi profondi su cui si adagia la voce, mi danno ulteriori conferme, così come il brano “Body & soul” nel quale la cantante duetta con Tony Bennet. Ottima gestione delle frequenze, dalle più basse alle più alte, senza suoni impastati o apparenti compromessi. Un amplificatore per i bassi da 40 watt, uno da 20 watt per i medi ed un terzo sempre da 20 per gli alti e tutti rigorosamente dedicati e perfettamente pilotati dall’ottimo pre. Facendo un parallelo, come per le microbox 320 stupisce il suono massiccio che ne esce in rapporto alle dimensioni.



18,40! Comincia a farsi tardi e dopotutto devo pur sempre tornare a Firenze. Ricolloco le casse nel bagagliaio, sistemo per evitare incidenti di percorso visto e considerato che non ho neanche le griglie che sono in riparazione e ritorno in sala. Siamo rimasti veramente quattro gatti, ma avrei voglia di fermarmi nel branco. Aiutiamo Marino a mettere un pò a posto la stanza, ritiriamo i tavoli verso il centro, sistemiamo un pò di seggiole. Cominciano i saluti anche se presi parecchio alla larga. Due risate con Vincenzo Doria, qualche bicchiere di acqua, le ultime parole con Marco e Roberto e poi ok, il momento è arrivato.

Il sole è basso, entro in auto, inserisco la retromarcia. Mi giro verso il lunotto cercando lo schienale del passeggero, come di prassi nelle manovre di retromarcia, ma non afferro nulla. Lo schienale è abbassato del tutto per bloccare l’svx6000 sul sedile posteriore. Ai piedi del posto del passeggero il Dual 1019 ben bloccato per il viaggio. Esco dal cancello, imbocco la strada e procedo verso casa.

Ho un ricordo della mia infanzia, avevo 14 anni. In camera ascoltavo un Grundig rtv 350 collegato ad un’ulteriore cassettina esterna sempre Grundig. Un pezzo di allora riusciva a creare un’atmosfera assolutamente avvolgente, perfetta per un viaggio notturno in autostrada, sarebbe stato bello averla masterizzata sul cd di Domenico.



Ma Luca non è un fotografo? Ve lo siete chiesto vero? Non una sola immagine scattata per l’occasione. Lo so, ma questo articolo non era previsto e per quanto riguarda le foto, quando lo fai per professione, farle per semplice diletto diventa complicato. Le regole che segui lavorando te le porti dietro ed alla fine ti ritrovi a fare salti mortali per scovare la luce e l’inquadratura giusta, insomma finisci a fare tutto tranne quello per cui eri venuto, in questo caso ascoltare musica e conoscere meglio gli amici. Per completare l’articolo quindi ho attinto ad alcune vostre foto postate su FB. Prometto che per la prossima volta mi impegnerò maggiormente.

 

Un abbraccio a tutti quelli che ci sono stati ed uno a tutti quelli che per forza maggiore, non ci sono potuti essere. Ci siete mancati.

12 Comments

  1. Grande Luca, grazie per la tua testimonianza, appena puoi ripassa da casa mia, non ti costanulla farlo quando scendi, così ascolti di nuovo un po di musica con me (con il tweeter di una 703 messo a posto finalmente) e ci riabbracciamo. Sei una bella persona e non lo dico perchè è facile dirlo dietro ad un monitor. Ti abbraccio!

  2. Sensazioni.
    Questo è quello che rimane dopo un evento del genere.
    Per quanto riguarda il Saba e il Tandberg, cerco di fare mio il comportamento di Paul Strand, non mostrava negativi o foto che fossero men che perfetti, e questi non lo sono, al momento.
    Confido in Marco….
    Fabrizio Ruggeri

  3. Ciao Luca, anche io mi unisco ai complimenti per il tuo bellissimo articolo, hai reso ancora più grande il mio rimpianto per non aver potuto partecipare. Mi sarebbe piaciuto moltissimo reincontrare tutti coloro che erano presenti l’anno scorso in Ottobre e conoscere tutti coloro che ho avuto modo di conoscere solo attraverso la rete. Come si dice dalle parti di Pasgal “Ha da passà a nuttata”. Complimenti anche agli organizzatori ferraresi che hanno fatto uno sforzo davvero notevolissimo, quindi un saluto particolare a Marino, Giancarlo, Vincenzo, Gabriele e Raffaele (che si era reso disponibile a venirmi a prendere alla stazione di Ferrara).

  4. La giornata del meeting è stata talmente bella è rilassante che non ho sentito un minimo di stanchezza…ho avuto la fortuna di conoscere persone umili e sincere..il tempo è volato…non abbiamo potuto ascoltare tutto il materiale per mancanza di tempo…la prossima volta ci organizziamo meglio…il conglomerato di prosecco ed elettroniche è stato magnifico!! armati fino ai denti!! con riparazioni volanti dall’amico Marco Cristadoro (tipo F1) e il grande Domenico Giovannini attrezzato di cavi cavetti spine e spinotti di tutti i tipi….insomma non mancava niente!! tutto ha funzionato…c’era di tutto e di più…bella esperienza…ed infine L’articolo di Luca Visentini è stato carismatico, emozionante e piacevole…Bravo Luca!!! grazie della tua compagnia fino a sera tarda…grazie a tutti Voi!! grazie!!

  5. Sono veramente contento di esser riuscito a trasferirvi le emozioni provate. Per il prossimo meeting all’insegna della collaborazione mi farebbe molto piacere condividere la strsura dell’articolo con altre persone. Per l’occasione potrei occuparmi della parte fotografica lasciando ad altri la parte scritta. Luca Righi saprebbe sicuramente regalarci un magistrale resoconto, i suoi passati articoli hanno lasciato il segno ed io mi diverto ancora a rileggerli ogni tanto. Se non potesse lui sicuramente si proporrà qualcun’altro, ne sono certo.

  6. Ciao Luca Visentini, hai descritto filo e per segno in forma perfetta lo svolgimento dell’intera giornata dedicata al meeting……… non hai tralasciato nulla del tuo bellissimo articolo……… solo tu potevi mettere le foto particolari dei due piccoli box Grundig con l’inserimento sulle griglie foto dell’Abazzia di Pomposa……… un ricordo che rimarrà impresso a tutti noi per sempre. Tanti complimenti per questo tuo articolo in modo genuino e discreto……… da persona con una grande squisitezza d’animo. Grazie grazie grazie.

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