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Grundig Receiver Chassis

Come promesso, faccio un articolo sul come va rimesso a posto, come all’origine, lo chassis di tutti i Grundig Receiver.

Capirete dalla sequenza come ciò sia faticoso… nel malaugurato caso in cui qualche avventato riparatore abbia rimosso tale “accortezza” -ma lo si può perdonare- tocca a voi rimettere la macchina allo stato originale. Questa è la parte in questione rimossa. La foto vuole mostrare il particolare dello scasso sulla destra, volutamente eseguito per far si che la vite esterna non possa in alcun modo toccare lo chassis interno

Grundig Receiver Chassis

Grundig Receiver Chassis

Cominciamo con “gli ingredienti della torta”:

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sulla sinistra vite “parker” con isolatore, poi vite a ferro lunga con isolatore, crover e dado. Infine vite a ferro corta, con crover e dado. In mezzo il condensatore, sulle sue ancorine. In lungo:  l’isolatore chassis-copertura bucherellato. In caso di assenza, del nastro isolante o materiale tipo bachelite può andar bene lo stesso.

Grundig Receiver Chassis

Grundig Receiver Chassis

vediamo l’interposizione dell isolante “bucherellato”.

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ancora una foto.

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La parte più semplice: fissiamo la vite “parker” con isolatore in una parte del telaio (quella senza condensatore). Chiamiamo questa parte sinistra, considerando che abbiamo il frontale a destra.

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Ora parte una sequenza che mostra “il principio” dell inserzione del condensatore.

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La sequenza, apparentemente inutile, fa capire il principio dell’intersezione del condensatore. Questo però andrà in realtà girato a 180°. Dura da fare, ma non ci spaventiamo.

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Ora è rigirato, ma lo dobbiamo centrare.

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Aiutiamoci con un cacciavite per il centraggio, dopo aver fissato sulla destra la vite a ferro corta con relativa crover e dado.

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Ora siamo pronti per mettere la vite lunga con isolatore e, lato opposto, crover e dado.

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Ma non ci basta. Fatto ciò, verifichiamo l’efficacia del nostro lavoro: rimuoviamo le viti sul lato opposto che, naturalmente, mettono il telaio “a massa”.

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Così facendo possiamo riscontrare l’effettivo isolamento sul lato in questione voluto da Grundig. usiamo un tester, un multimetro ad Ohms o un normale “cicalino”.

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L’assenza di continuità ci conferma che ci siamo!

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Panoramica ora sul  lavoro finito.

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Ora possiamo richiudere

marco

 

 

5 Comments

  1. Mamma mia quale importanza ha questo articolo! Chissà se i miei due receiver R20 e R35 abbiano lo chassis a posto. Marco quella zuppa di cozze che verrai a mangiare a casa mia falla diventare una due giorni va… e portati gli attrezzi del mestiere. Saldatore, piombo e tester li ho.

  2. Un articolo di grande utilità pur mantenendo la sua immacoità….originalita’.
    Grande Marco !

  3. Marco grazie a te moltissimi aspetti vengono chiariti. Tutto alla luce del sole. Non c’è trucco, non c’è inganno. Anche Max Grundig spiegava esattamente la circuitazione dei propri apparecchi. L’importanza dell’interazione tra circuiti è chassis e gli accorgimenti adottati per ovviare ad inconvenienti legati ad interferenze, correnti parassite era tenuta in grande considerazione in casa Grundig. Questi accorgimenti erano frutto di anni di studio e esperienza maturata nel campo della costruzione degli apparecchi radio, nonchè degli strumenti di misurazione (che Grundig autoproduceva) ad uso interno e per i propri centri di riparazione disseminati nel mondo.
    Il nostro sito nasce con l’intento di distribuire la conoscenza sia per permettere a tutti di ottenere il massimo dai propri apparecchi riportandoli alle prestazioni originarie. Secondariamente serve come avvertimento ad evitare di diventare facili prede di persone che millantano conoscenze “segrete” e trucchi sconosciuti per far “suonare” meglio qualsiasi aggeggio.
    Ho capito che gli apparecchi Grundig suonano bene perché sono stati progettati altrettanto bene. Montavano componenti ottimi (per l’epoca) e quindi restituivano in termini musicali proporzionalmente.
    Grazie Marco questi articoli ce lo ricordano ogni volta che li leggiamo.

  4. Ottimo il tuo intervento Roberto. Grandi tecnici e fior fior di ingegneri tedeschi produssero, decenni fa, degli apparecchi favolosi e, soprattutto, “completi”. Nulla da aggiungere, nulla da togliere… solo da manutenere nel tempo.

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