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Music boy transistor 200E

“Comprendere la vita delle cose esige altrettanto acume di quanto ne richieda il comprendere la vita delle persone. Le cose danno consistenza alla nostra identità: se non si ha amore, il rapporto con esse diventerà solo meramente possessivo, causando una bulimia acquisitiva destinata a produrre infelicità anche verso se stessi. Queste parole del filosofo Remo Bodei dicono molto, dicono soprattutto che “oggetto” e “cosa”, anche se utilizzati comunemente come sinonimi, hanno in realtà un significato ben diverso. Mi ripropongo di tornare sull’argomento in un futuro spero molto prossimo, dopo aver riflettuto meglio ed aver letto qualcosa in merito, in modo da condividere con voi alcuni ragionamenti a mio avviso molto significativi e che molto hanno a che fare con la nostra passione. Il rischio della “bulimia acquisitiva” di cui accennavo infatti è sempre dietro l’angolo.

Questo breve preambolo per riflettere sul valore affettivo delle cose. Gli oggetti che oggi entrano a far parte della nostra vita, lo fanno per un tempo sempre più limitato. Come giustamente sostiene Giorgio Lotti, siamo la prima generazione che non tramanderà manufatti ai propri figli.

Pare strano, ma questa piccola radio rinvenuta in un armadio di casa aperto in cerca di ricordi, proprio l’avevo dimenticata. La cosa sembra ancora più assurda se si pensa al fatto che il suo aspetto non è certo ordinario e che non passa inosservato.

Il suo stato non era certo perfetto, anche se in rete ho avuto occasione di visionare foto di apparecchi conciati decisamente peggio. L’aspetto quasi da radio rubata ad un fumetto, le sue dimensioni contenute ed il fatto di essere in pelle, me l’hanno resa subito simpatica ed ho pensato che poterla tenere in bella vista su una libreria non mi sarebbe affatto dispiaciuto.

Non ho alcuna esperienza di restauro, ma c’è sempre un inizio nelle cose e tutto sommato stiamo parlando di una radiolina elementare e conservata piuttosto bene, nonostante la pelle fosse evidentemente secca e le parti metalliche decisamente ossidate.

Subito capisco che per potere lavorare bene occorre smontarla totalmente, in modo da separare le parti metalliche dalla pelle e poterle ripulire nel migliore dei modi. Un pò intimorito dal pensiero di trovarmi di fronte all’impossibilità di procedere in tal senso, comincio ad osservarla nel dettaglio e capire come procedere. Le tecniche costruttive e di assemblaggio delle parti sono totalmente differenti da quelle odierne e devo ammettere che scoprirle è stato veramente divertente. Ci si rende conto che a quei tempi, stiamo parlando dei primi anni 60, tutto era assemblato a mano. Qui il lavoro umano è al centro di tutto, non ci siamo più abituati, ora esiste la produzione industriale e quella artigianale di nicchia a caro prezzo e nel mondo attuale proprio non è previsto che una semplice radiolina senza pretese dedicata al consumo di massa possa far parte di quest’ultima. Attualmente i beni di consumo hanno prezzi bassi e sono ovviamente prodotti quasi perfettamente clonati tra loro, le differenze sono impercettibili, mentre è evidente che se andassimo a confrontare due radioline degli anni 60 uscite dalla stessa produzione, le troveremmo tutto sommato piuttosto differenti tra loro, insomma tutte uguali, ma allo stesso tempo veri e propri pezzi unici. Già questo mi pare conferire loro un valore aggiunto ora inimmaginabile, ed io ragazzi miei, sono particolarmente sensibile a questi argomenti.

Quello di cui andrete a leggere ora è il divertente viaggio di un perfetto ignorante in materia, ma un viaggio che mi sento di consigliare a tutti, una sorta di meditazione. Il tempo dedicato a questo lavoretto è stato ben speso, un ottimo modo per staccare con la vita lavorativa routinaria entrando in un mondo parallelo stimolante e rilassante.

La prima cosa che ho pensato di fare è stata quella di trovare una superficie sufficientemente spaziosa per il mio gioco. Nel mio studio utilizzo normalmente un grosso pannello in legno poggiato su due caprette all’occorrenza per poggiarci sopra i prodotti che andrò poi a fotografare sul tavolo da still life. Questa tavola poteva sicuramente andare bene. Una lampadina con supporto flessibile a led dell’ikea si è dimostrata ottima per illuminare del dettaglio dove mi interessava e poi udite udite, il filo che entra nel trasformatore che va alla rete ha un attacco punto linea…siamo assolutamente a tema! La particolarità della radio è rappresentata dal fatto di essere costruita in pelle cucita e di aprirsi e richiudersi con 3 bottoni a pressione, il tutto la fa assomigliare ad una borsetta.

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Vista del fondo della radio che poggia su 2 piedini anteriormente e 3 bottoni posteriormente

 

Una volta aperta come una scatola, tutto è a vista senza la necessita di smontare alcun altro pannello o griglia. Nella parte interna di quello che potremmo chiamare coperchio, oltre all’etichetta col nome del modello e numeri di serie, c’è ancora il bollo della tassa di radio diffusione, altra cosa a cui ovviamente oggi non siamo più abituati.

Vista posteriore della radio aperta

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La prima cosa da fare è quella di capire come separare, se si può separare, la parte elettronica da quella strutturale. Vedo subito che i componenti interni sono uniti al resto tramite delle semplici viti e comincio a svitarle. Fatto questo tutto si stacca in blocco e può essere estratto dalla sua sede. Unico problema l’antenna, per poterla estrarre devo tagliare un filo che poi risalderò al momento del rimontaggio. Estratto il contenuto devo capire come fare per smontare quello che resta separando le parti da ripulire singolarmente. Divertito mi rendo conto che a parte altre due viti che servono per bloccare la maniglia superiore, tutte le parti metalliche e cioè le fibbie superiori ai margini della maniglia, i piedini sotto la radio e la cornice frontale, sono mantenute in sede tramite dei semplici piedini metallici che sono poi ripiegati a 90 gradi per fermare il tutto, veramente elementare. I piedini della radio in particolare invece di un solo filamento ne hanno due appiattiti, da ripiegare ai lati opposti, insomma funzionano come le spille di chiusura metalliche delle vecchie buste postali. Aiutandomi con un cacciavite a taglio e delle pinzette all’occorrenza, in poco tempo riesco a separare dalla radio tutte le parti metalliche.


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Tolte queste, vengono via anche le parti plastiche frontali e cioè la griglia e il listello con la scritta Grundig dorata. La levetta laterale per la selezione delle due bande radio e il selettore rotondo anteriore per la selezione delle stazioni li avevo ovviamente già rimossi in partenza senza alcun problema, come la maggiorparte delle manopole delle radio di epoca anche successiva, sono semplicemente bloccate a pressione.

Bene a questo punto mi ritrovo con la radio smontata e fortunatamente non ho incontrato intoppi insormontabili lungo la strada. Per quanto concerne la parte elettronica c’è poco da fare, se qualcosa non funzionasse non saprei certo dove mettere le mani, dopotutto però mi sembra il problema minore visto e considerato che lo scopo non sarà certo l’ascolto. Vedo subito che il para polvere dell’altoparlante è completamente andato, basta toccarlo con un dito per sbriciolarlo.


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Ha un diametro di 2 cm, guardo in rete, ma di queste dimensioni non trovo nulla, poi l’illuminazione, ho un vecchio televisore Sony a tubo catodico da smaltire, hai visto mai che…ed infatti al suo interno ci trovo due altoparlanti con cupola para polvere proprio da 2 cm. Anche questo trapianto sarà una novità per me ed il problema principale non sarà incollare la cupola all’altoparlante della radio, ma toglierla a quello della tv. Ogni cosa a suo tempo però.

La struttura vera e propria della radio è comunque in legno, dei pannelli fini su cui è poi incollata la pelle. A questo punto i problemi sono due, il primo quello di trattare nel modo più appropriato la pelle cercando di riportarla in buone condizioni, il secondo, apparentemente più complicato, quello di tentare di fare risplendere le parti metalliche dorate. cominciamo con la parte più complicata e vediamo dove si riesce ad arrivare. Le parti decorative copri maniglia sono ben solide e si dovrebbero lavorare meglio, mi preoccupa invece maggiormente la cornice rettangolare frontale, costituita da un lamierino fine ripiegato a doccia, decisamente deformabile. Tramite tentativi arrivo ad un metodo che mi garantisce una buona riuscita. Il primo passaggio lo faccio con il caro vecchio sidol, più vintage di così si muore! Se dopo tutti questi anni il prodotto è ancora in vendita, un motivo ci sarà ed infatti sembra riuscire bene nell’intento.


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Con un pò di cotone lo passo sul metallo e poi strofinando asporto lo strato ossidato. L’aspetto migliora dal giorno alla notte e mi fa ben sperare, tuttavia dopo la prima impressione, mi rendo conto che anche se le dorature cominciano a luccicare, in realtà il trattamento non è risolutivo, asportato infatti lo strato più superficiale ne resta un secondo a quanto pare ben più ostico. Occorre un intervento più energico. Mi procuro della carta vetrata di grana appropriata, 280 per la prima passata e 600 per la seconda. A seconda dei casi potrebbe bastare anche la sola 600, per mia esperienza direi di cominciare da questa e passare ad una grana più grossa solo se non si risolve.


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Per agevolare il lavoro, viste anche le piccole dimensioni delle parti da trattare, ho pensato di servirmi di un supporto per la carta vetrata, a tale scopo ho utilizzato dei distanziali gommosi presi da vecchie schede elettroniche smontate, li vedete in foto ed avrete sicuramente capito di cosa si stá parlando. Per semplificare il tutto ho anche pensato che visto che tenere in mano i pezzi mentre si lucidano può non essere così agevole, potevo bloccare i pezzi infilando le linguette sporgenti che si utilizzano per accoppiare i pezzi alla radio, in pezzi di imballaggio sintetico riciclato da delle confezioni di prodotti acquistati e rimasti nelle scatole, vedete anche questi in foto.


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In questo modo, sono riuscito a lavorare abbastanza bene. Nelle foto potete vedere lo strato parzialmente ripulito da sidol e poi nelle parti più chiare il risultato di una pulizia più profonda.


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Infine, per completare al meglio la lucidatura ho previsto due ulteriori passaggi leviganti con abrasivi ben più blandi: prima una pasta abrasiva da carrozziere a grana più grossa ed infine una pasta abrasiva più fine, una delle tante che si trovano in qualsiasi supermercato. In questo caso applico la pasta con del cotone e poi lucido con delle pezze ricavate da vecchie magliette di scarto, sempre servendomi degli stessi supporti utilizzati per la carta vetrata.


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Per finire un ultimo passaggio con sidol e lucidatura finale con un panno in microfibra. Il risultato come potete vedere dalle foto è ottimo. Stesso trattamento anche per le altre parti metalliche, con qualche smoccolamento in più per la delicata cornice.


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Passiamo ora al trattamento ringiovanente della pelle. Ad occhio e croce e probabilmente per difetto direi che questa pelle non è mai stata trattata da più di 35 anni. Mio padre fumava anche parecchio, insomma è ricoperta da una patina che non la valorizza per nulla. Navigando in rete casco in un sito di un restauratore di radio che per trattare delicatamente la pelle dice di utilizzare del semplice detergente per pelle, quello che le donne usano per struccarsi. Il ragionamento non fa una grinza, procedo su questa strada e subito vedo i primi risultati. La pelle si schiarisce in effetti ed il cotone resta decisamente sporco, insomma riesco ad asportare lo sporco e la pelle sembra non soffrire. Nonostante questo mi sembra che oltre un certo punto non si vada e così decido di fare una prova con lo sgrassatore universale shante clair, con cautela. Ne metto un pò sul cotone e provo a passarlo sulla pelle in un angolino. Come per magia viene via un sacco di schifezza schiarendo ora veramente la pelle. Unico problema quello che comunque questo prodotto è un pò oleoso ed alla fine la pelle si imbibisce, diventa appiccicosa e bisogna fermarsi. Siccome non posso prevedere gli eventuali risultati anche in negativo se lo sgrassatore resta a lungo a contatto con la pelle in eccesso, decido che dopo la passata con lo shante clair, ripasso subito col detergente per asportarne l’eccesso. Il metodo sembra funzionare a meraviglia. Lascio asciugare bene ed il giorno successivo ripeto la pulizia. Il giorno seguente ancora utilizzo come finale del semplice lucido da scarpe neutro, lo passo facendolo assorbire e lucido subito il tutto con un panno morbido, in questo modo la pelle che era stata ripulita, ma che restava piuttosto opaca, comincia a risplendere. Il risultato è veramente superiore alle aspettative.


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Resta a questo punto il problema all’altoparlante.

Ho 2 parapolvere, ma come toglierli? Devo dire che i due altoparlanti della tv Sony non sono affatto malaccio, nel senso che i materiali costruttivi sembrano ottimi e capisco subito che il parapolvere non verrà via così facilmente. Se uso un trincetto rischio di rovinare tutto. Non ho fretta per cui tento la strada dell’acqua, taglio il cono attorno al parapolvere e metto tutto immerso in acqua, il parapolvere è in plastica per cui non ci saranno problemi. Ci vorranno ben 3 giorni di ammollo perchè la colla si ammorbidisca ed infine aiutandomi anche con un pò di acetone con attenzione alla plastica, riesco finalmente ad asportare la cupola. Pulisco per bene il vecchio parapolvere sbriciolato dall’altoparlante della radio e con del vinavil ci attacco la cupola. Il giorno seguente sarà perfettamente incollata ed asciutta. La radio originale funziona con 6 pile stilo da 1,5 v inserite in un contenitore che termina con attacco mascio e femmina su un solo lato, per un totale di 9 v, posso tranquillamente sostituire tutto con una pila unica da 9 volt i cui poli positivo e negativo si inseriscono tranquillamente alla presa asportando in blocco il caricatore delle 6 pile AA. La radio si accende, ma come previsto si prende poco o nulla.


Qualche informazione tecnica sulla radio

grundig_music_boy_200


http://www.georg-knoechel.de/radio-sammlung/radio-main/grundig-music-boy-200-va-detail.html

http://www.radiomuseum.org/r/grundig_music_boy_transistor_200_e.html#a

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7 Comments

  1. Spettacolare! Molto interessante l’idea di approfondire alcuni temisulla nostra passione. Sarebbe bello dedicare un momento al prossimo meeting. Bravissimo!

  2. Complimenti per le foto, per l’articolo e, la passione che ci metti. “Contagiosa”

  3. Non tutti i contagi fanno male! Non serve essere professionisti del settore, il bello è perdersi in questo gioco sperimentando un pò ed ovviamente non partire con imprese al di sopra delle proprie possibilità.

  4. Purtroppo l’ha vista mia moglie…. Questa volta non potrò soddisfarla?
    Ma se mi mandi la foto almeno gliela (me la) regalo come sfondo x il telefono….?

  5. Spettacolare ! Complimenti Luca.
    Molto utile anche vedere i risultati che hai ottenuto nel ripristino delle parti dorate e della pelle.
    Ho giusto qualcosa anch’io di dorato da pulire e prenderò spunto.
    Grazie

  6. Domanda, dall’ipad vedo tutte le foto caricate in bassa risoluzione e per vederle bene devo cliccarci sopra per vederle a schermo, succede anche a voi? Dal computer non mi sembra avessi questo problema.

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