Carissimi, saremo arrivati oggi a quasi un centinaio di articoli, in tema di riparazioni. Credetemi però se vi dico che quello a seguire è l’articolo che davvero non vedevo l’ora di pubblicare!
Tanti anni fa, nella sala di attesa di una compagnia di assicurazioni (la mia prima moto, quindi 1983), mi catturò un poster appeso alla parete, che raffigurava due vecchietti, alla guida di un “trabbiccolo””, attraversare un incrocio con triplo stop, diversi semafori rossi ed agli incroci intorno un delirio di macchine e TIR costretti a frenare. Panico, caos, carichi dispersi…… di sotto la dicitura “assicuriamo anche loro….ma non li cerchiamo!!!!!”. Ecco, questa la frase ricorrente negli almeno due mesi in cui mi sono imbattuto in questo meraviglioso apparecchio. Leggendo l’articolo ne capirete il motivo.
No, non è appena uscito dalla fabbrica, il merito è della cura del nostro amico Antonio che lo ha conservato come una reliquia. Il motivo affettivo legato a questo Radio registratore, per il quale mi è stata chiesta la riparazione, mi ha sicuramente aiutato a tener duro in tutti quei momenti (terminati solo ieri sera, ovviamente tardi) di forte sconforto, quando cioè si susseguivano una serie interminabile di problemi.
Lo speciale TG riportava uno special sul grande “Pino Daniele”, da poco scomparso ed io mi accingevo a capire l’apertura di questo apparecchio “senza una vite”.
Togliendo le due viti del maniglione, magicamente lo schienale, dove comunque una ma solo una vite nera c’è, si rimuove completamente.
Subito ci appare l interno con: stadio finale ed alimentazione in basso a dx, piastra copertura da schermatura a dx. Vano batterie estrema dx. Radio sopra. A dx in alto il vano a batterie indipendenti per l orologio.
La puleggia del motore senza cinghia, ci indica già la rottura di quest’ultima.
Questa piastra ha l autoreverse, quindi è normale che i capstain siano due.
Rimuovo la meccanica, togliendo le due viti grandi ai lati/centro della stessa. La cinghia mi resta in mano. Quindi smetto perchè occorrerà prima acquistarla. E’ di pochi cm più corta rispetto a quelle presenti nei nostri piatti DUAL.
Giorni dopo, cinghia alla mano, comincio lo smontaggio della “CBF145”. Questa piastra, rispetto a quanto da me trattato fin’ora, l’ho trovata unicamente su questo tipo di RR. Vanno “raddrizzate” le due lamelle /lamierini piegati ai lati. Poi il circuito si solleva e di sbieco esce fuori. Non fate forzature, pena il disallineamento dei 4 cursori/commutatori interni (e per riallinearli son dolori!).
CBF145.
Anche solo per la sostituzione della cinghia, occorre liberare i volani. per fare ciò, rimuoviamo la lunga molletta che vediamo in foto. Inoltre va rimossa la vite al centro.
E qui la prima sorpresina: gli ingranaggi dei pignoni sono distrutti. Sono simili a quelli già trovati in altre piastre, tra le quali ad esempio la CNF300.
Di male in peggio: ecco lo scenario che si presenta all’interno. Non se ne salva uno e ciò che resta è estremamente “colloso”.
Memorizziamo la posizione di ogni rondella…. chissà quando potremo rimontare il tutto.
Importante anche questo spessore.
Idem.
A mali estremi: una soluzione, almeno quella da me adottata, è l acquisto di un altro apparecchio “guasto” con la speranza che non sia nello stesso stato. Risultato “snì”, nel senso che anche qui siamo messi male, ma almeno uno per tipo è sano.
Eccoli qui.
Ovviamente sono tutti “particolari”, ovvero non assimilabili a quelli che si trovano in rete (cinesi e non).
Il piccolo è venuto piuttosto bene!
Il grande non tanto. Qui ci vuole la geniale manina di Stefano!
Da qui vediamo che una volta rimosso il frontale, inevitabilmente il vano esce fuori oltre misura, con l inevitabile fuori uscita della molla “spingi vano”.
Anche i tasti se ne andranno a spasso. La prima volta ti si gela il sangue…..la centesima volta la smonti e la rimonti in 30 secondi…
Togliendo le due viti piccole ai lati, rimuoviamo la mascherina nera. In questo modo possiamo cambiare la cinghia del counter,
Meglio poi se rimuoviamo il potenziometro slider dello “spatial stereo”.
Per gli ingranaggi del pignone, occorre fare una modifica a quello destinato alla CNF300. Lo “decapitiamo”.
Ecco i nuovi a dimora: non vi illudete di risolvere al primo colpo: la scelta l ho personalmente fatta tra una 20ina di campioni (un mix fra quelli miei e quelli di Stefano).
Ecco anche i pignoni.
Questo può far comodo.
Per me a scriverlo e per voi a leggerlo, pare siano passati pochi minuti. In realtà per arrivare a questo punto siamo a due mesi di tentativi lavori e collaborazioni a 4 mani! Ma non è finita….
E’ passato tanto tempo, che fatico a ricordare tutte le operazioni fatte. Ricordo solo ora di aver sostituito, all’inizio di tutto, il transistor dell alimentazione che porta tensione al motorino. Va bene l equivalente tipo BD135. Cambiate poi le lampadine con altre di valore pari alle originali (una precedente assistenza le aveva messe molto fiacche). Durante i collaudi (e per fortuna a me) si rompe il famigerato ingranaggio del condensatore variabile, come per altri receivers. Argomento in questi lidi già dibattuto. Il “mio” RR1140 diventa ancora una volta “donatore di organi”. Levare il cordino e rimetterlo è follia.
Il mio suggerimento è di fotografare innanzitutto la situazione.
Dovremo togliere il circuito stampato. Quindi cominciamo dalla antenna in ferrite. Memorizziamo la posizione delle terminazioni.
Stiamo quasi per smontare tutto. Memorizziamo ogni passaggio cavo.
Questo il suggerimento: blocchiamo tutto con del nastro, dopo aver rimosso la molletta al centro della ruota del condensatore variabile.
Qui abbiamo già sostituito il condensatore e ri infilato la ruota.
Rimettiamo la molletta.
Tornando alla piastra, rimontiamola.
Una cosa che è impossibile spiegare, è la tecnica di rimontaggio. Ci provo: con i tasti anche storti, ri presentiamo la meccanica da dietro. Cominciamo ad avvitarla ma non stringendola a fondo. Ci sarà un momento che i tasto faranno un “clack” tirandoli su, delicatamente a dimora. Più stringeremo le viti più i tasto torneranno nella posizione finale.
Attenzione: i tasti NON sono tutti uguali. Il primo e l ultimo sono obbligati.
L ho fatta breve: nella realtà la radio non voleva proprio saperne di terminare. In ultima: il led giallo del reverse rimaneva acceso fisso e la registrazione non avveniva più. Schemi alla mano ed un pò di fortuna (e qualche giorno) due piste si toccavano. L orologio che vedete è “l’ultimo organo trapiantato”.
Contatti semplici: + – e consenso (rosso/nero/verde).
Questo fotografato è il circuito del “mio” RR…. che messo sull altro non va, Solo dopo un attento studio scopro che il mio è un 1140, mentre quello di Antonio è un 1140 SL. SONO DIVERSI!
Beh: in play va, in play reverse (qui sulla foto) va. In FF ok. In REW OK. Registra alla perfezione. Radio OK…. e chi lo tocca più.
Orologio OK.
Il led rosso si accende con variazioni che seguono il volume del segnale in registrazione (insomma una sorta di “luce psichedelica”).
L ingranaggio “che fu”.
Ed il pensiero va a tutti coloro (e ne sto vedendo tanti) che vedo acquistare questa macchina su ebay, per cifre alte ed anche dichiarati guasti. Queste persone sanno a cosa potrebbero andare incontro?……
Da parte mia invece la soddisfazione di filmare ed inviare via e mail ad Antonio il collaudo finale……e la fine di una sofferenza.
Ultimo ma non ultimo: ringrazio il mitico Stefano per l’ottimo supporto. Ho perso il conto di quanto abbiamo speso nelle varie reciproche spedizioni/scambio di ingranaggi….. il tutto AGGRATISEEE…. come si fa fra persone che si aiutano, uniti dalla stessa passione…… Un saluto a tutti e… in bocca al lupo!!!
marco
Ciao Marco, sei stato davvero irriducibile e tenace: questa è una delle macchine, insieme ai vari C6000, C6500, C8800, C9000 che l’hanno preceduta negli anni’70 (il RR1140 è stato prodotto a partire dal 1980) che hanno fatto la leggenda della Grundig. IMHO in quel settore (rtadio e radioregistratori portatili) a parità di prezzo era quasi impossibile trovare concorrenti che avessero la stessa qualità sonora e dotazione accessoristica.
Condivido in pieno la tua riflessione sugli apparecchi in vendita su ebay.de: se descritti come funzionanti raggiungono quotazioni pari alle rarissime Audioprisma 703 e di gran lunga superiori ai vari Receiver. Vuol dire comunque che tante persone, oggi cinquantenni come me e te da ragazzini hanno sognato di possederne uno ed ora cercano di realizzare quel piccolo sogno. La loro qualità sonica, se paragonata a quelli prodotti ancora oggi (pochissimi) o fino a qualche anno fa rimane tuttora di grandissimo livello (non voglio dire inarrivabile perchè non amo gli assoluti). Complimenti vivissimi per la tua dedizione che ha permesso ad Antonio di mantenere in vita un oggetto per lui importante.
Ciao Marco, lavoro veramente “esagerato”. Ho avuto modo di seguire quasi tutti i tuoi lavori di restauro dei prodotti di questa prestigiosa casa ma mai (purtroppo) giustamente valorizzata, ma in questo caso credo ti sia veramente superato. COMPLIMENTI !!!!!!!
Congratulazioni per il lavoro di restauro, anzi di rianimazione. Sto riparando un receiver B&O, in confronto a questo e’ ordinato come una sala operatoria e, solo per sostituire le lampadine, mi vien paura….Bravissimo !!
Io capisco la tua soddisfazione e la condivido, perché è quello che succede a me quando riesco in qualche piccola riparazione. Ma se un lavoro del genere dovesse essere pagato, non so se una nostalgica mania di possesso possa giustificare una spesa eccessiva, come tu giustamente hai fatto notare. Io non posso fare altro che ammirare la tua dedizione.