Ecco un primo recupero dal crash dedl PC, di cui ho parlato alla fine del precedente articolo.
Questi gioiellini li ho sistemati tempo fa. L’aspetto estetico è a dir poco eccezionale.
Partiamo dall’amplificatore.
Per il cavo di alimentazione fortunatamente basta usare un normale connettore “ad otto”.
Cominciamo l’apertura.
Ogni schermatura va tolta, in modo da poter accedere in ogni parte dell’amplificatore. Fatto a mano e comunque normalmente poco agevole la manovra rispetto le successive macchine a schede…
Un canale è muto, l’altro ha il classico “HUMMM” dei 100 Hz, tipico di scarso filtraggio sulla tenzione (ripple).
Qui la panoramica è già più completa.
Questo conensatore dovrebbe misurare 4700 micro…..direi piuttosto scarico.
Ecco il sostituto…più grande in quanto a voltaggio e…ovviamente più piccolo di dimensioni.
Altro condensatore con valore dimezzato.
Parlavo della complicazione ad intervenire sulle schede, cablate a mano e rigidamente. Qui le foto sono addirittura indispensabili.
Questo finale è in perdita. Fortunatamente ne ho ancora diversi.
Queste foto dettagliate ed un pò ripetitive mi sono servite in realtà per ricostruire lo schema. Va detto che quello che si trova in rete è quasi identico, ma relativo ad un modello successivo, dove lo stadio ingresso del finale è a transistor al silicio, piuttosto che al germanio, come questo in questa foto ovvero un AC107.
Ecco il solito “pizzico di follia”. In questo modo ho ricostruito la posizione dei componenti lato piste, così da poter fare le corrette misurazioni.
Come faccio sempre, laddove la presa a 220 risultasse scoperta, per evitare scosse, la proteggo (mi proteggo) con del nastro isolante.
Qui qualche foto della rimessa a dimora del finale, con pasta al silicone e mica isolante.
Ed ora ci godiamo il suono…
Taratura del bias e del balance.
L’amply suona ovviamente benissimo, ma non vedo l’ora di provarlo col suo ricevitore. Anche lui lucido come nuovo.
Diversi tantalio erano in perdita. Cambiati tutti (comunque 4-5 pezzi).
Ed eccoli qui (con un panno morbido fra i due per non fare graffi). Va detto che l’uscita della radio è monofonica, malgrado le prese out posteriori siano due. Ma sono la stessa uscita, semplicemente con due livelli diversi. Occorre quindi fare un parallelo su una della due, per collegarla ad un amplificatore stereo.
Il suono è addirittura ipnotico, degno di uno stereomeister…….
In quattro anni di articoli credo di non averne mai dedicato uno ad una persona o persone in particolare. Tuttavia, questa volta, vedendo queste foto, il mio pensiero è andato spesso ai miei tre amici “Ferraresi”: Giancarlo, Marino e Vincenzo (in ordine alfabetico). Un abbraccio a voi ed un buon ascolto, come sempre, a tutti.
marco
Sempre al top !!! Complimenti e apparecchi stupendi !