Rispondi a: Grundig Box 300

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#7886
RobertoRoberto
Amministratore del forum

Benarrivato anche da parte mia,
a parte il tuo lettore CD ho anch’io il tuo stesso setup tra le apparecchiature in collezione.
Il mio NAD3020 e del tipo “b”. Quello con i controlli di tono. La ritengo una grande macchina e sul mio modello non riscontro problemi “nasali”. Il nad 3020 nelle sue diverse versioni è stato l’integrato più venduto al mondo. Penso che nessun altro amplificatore potrà battere questo record. Vero è che non sempre il detto “voce di popolo, voce di Dio” è da tenere in considerazione ma… c’è da chiedersi come mai questo successo sia stato riservato a questo apparecchio. Secondo me è ottimo e ben si sposa ai diffusori Grundig.

Per quanto riguarda i diffusori Grundig Box 300, tanto decantati su altre piattaforme web, il mio parere si discosterà un tantino da quello che più frequentemente popola i forum.
Queste casse suonano molto bene per quello che sono. Possono stupire un tecnico che potrà riconoscere una incredibile capacità di ben riprodurre musica nonostante abbiano dimensioni particolarmente ridotte, ma, più di tanto, non spingono.

I Woofer hanno dimensioni tali da non riuscire a muovere molta aria. L’escamotage di utilizzare piani d’appoggio o nicchie in libreria lascia il tempo che trova. Questi trucchi possono confondere un neofita, un appassionato della prima ora. Non possono trarre in inganno un esperto e, tantomeno, un musicista.

Se mi dici di essere un bassista ti sarai già perfettamente accorto di ciò.

Utilizzo questo post per segnalare anche grossi problemi di compatibilità con apparecchi aventi wattaggi elevati. A meno di voler a tuti costi tacciare di incapacità gli ingegneri Grundig che progettavano i diffusori e gli apparecchi, dobbiamo prendere atto quali erano le amplificazioni consigliate.

Queste cassettine sopportavano massimo 35 watt musicali e 25 watt di potenza. La casa dichiarava una risposta in frequenza 48 – 26.000 Hz. Grundig le costruiva essenzialmente per equipaggiare solo tre modelli della sterminata gamma tra quelli prodotti: lo Studio 1620 e lo Studio 3010 (entrambi 2×20 watt di potenza) e il meraviglioso 4D Studio 2020 (2×35 watt).

Se analizziamo quindi quello che veniva proposto capiamo immediatamente che questi piccoli diffusori 19 x 29 x 13 cm dalla capacità di 4,5 litri, potevano rendere al meglio e secondo progetto solo con apparecchi poco potenti aventi loudness incorporato. Non un loudness qualsiasi, quello progettato da Grundig.

Se qualcuno pensa che il loudness sia un accessorio inutile si sbaglia grossolanamente. Il compensatore fisiologico delle carenze oggettive di qualsiasi orecchio umano normale era indispensabile per riallineare la risposta in frequenza delle incisioni (soprattutto quelle degli anni 70/80). I dischi venivano incisi proprio tenendo conto delle apparecchiature presenti in quegli anni nelle abitazioni degli acquirenti. I discografici non avevano la sfera di cristallo e non potevano indovinare che nel futuro potesse nascere una generazione di mutanti chiamati “audiofili” con orecchie in grado di ricostruire le carenze fisiologiche tipiche della razza umana.

Ebbene… dicevamo, Grundig progettava e costruiva le Box 300 per abbinarle essenzialmente ai sopracitati apparecchi. Stop.

Se ti azzardavi al tempo nel chiedere al negoziante le Box 300 insieme ad un Receiver 20 da 50 watt o uno RTV 1020 da 70 watt, non saresti stato esaudito. E ti assicuro che al tempo la gente si fidava di quello che veniva proposto dallo specialista. Anche perché la conferma veniva fornita direttamente dalla casa madre, stampata a colori sulla rivista Grundig Revue.

Le Box 300 erano venduti con la consapevolezza che valevano quello che valevano, andavano bene come avrebbero dovuto, a patto di rispettarne la natura.

Tutto ciò era praticamente assodato da tutti fino a quando, una mattina, un tipo Ravanna si è svegliato pensando come avrebbe potuto mischiare le carte. Non so se qualcuno, prima di tirar fuori la storia del miglior diffusore di sempre, della miglior cassa della storia della musica moderna, avesse precedentemente provveduto ad accaparrarsi per poi rivenderle un discreto numero delle suddette. Potrebbe anche essere…

Sta di fatto che casse comunemente vendute a prezzi da fiera dell’usato siano immediatamente schizzati a 250 euro o più. Quando i tedeschi vendettero le loro prime casse su ebay.de si stupirono di come questi nanerottoli spuntassero quotazioni superiori alle magnifiche Audiorama 8000. Quando compresero che potevano “spillare” un po’ di soldi ai “grulli” italiani che acquistavano a prezzi decuplicati rispetto a quelli normalmente in uso, non tardarono a svuotare solai e cantine, inondando il nostro paese.

Quello che scrive è uno di quei “grulli”. Ho acquistato sull’onda dell’entusiasmo quelle casse, le ho pagate 250 eurozzi e le ho abbinate al tanto decantato quanto sopravvalutato Grundig V7000. Il risultato non mi è piaciuto e ho riposto le casse su uno scaffale nel box, accendendole di tanto in tanto per evitare che si scaricassero i condensatori del cross over.

Solo successivamente alla completa disintossicazione “dallo morbo”, e nel tentativo di capire con la mia testa come mai certi consigli non riuscivano a conciliare con i miei gusti, sono riuscito a trovare i giusti abbinamenti.

Sono convinto di stare a dilungarmi ma è meglio che scriva quello che ho in mente sull’argomento una volta per tutte.

L’aggettivo che maggiormente viene utilizzato per descrivere le Box 300 è legato alla “trasparenza”. Traduco questo termine come capacità estrema di interpretazione di un suono “pulito”. Ma… mi chiedo: un suono come può essere “sporco”? Cosa può imbrattare una nota musicale emessa da una corda, un martelletto, un timpano? Come può un diffusore avere la capacità di pulire qualche cosa? Come può essere così intelligente da capire cosa lasciar passare e cosa filtrare?

Alla “fine della fiera” un diffusore deve diffondere. Deve disperdere nell’aria onde sonore che captate dal nostro orecchio innesca processi neurologici tali da illuderci che di fronte a noi si stia riproducendo fedelmente un evento.
Quindi… siamo realmente sicuri che questi diffusori definiti trasparenti siano realmente in grado di riprodurre tutto ciò che gli è stato dato in pasto? Se avevano dei limiti in gamma bassa e in gamma alta nel riprodurre tutte le frequenze, non è che aveva ragione Grundig nell’abbinamento ad apparecchiature in grado di esaltare le frequenze che il nostro orecchio/cervello tende a elidere? Non è che quindi le Box 300 siano state costruite per meglio rispondere alle frequenze “medie”, quelle che sono maggiormente percepite dall’essere umano?
Ascoltare un brano di Clapton con le Box 300 da estrema soddisfazione. Incisioni con pochi strumenti appagano. Non c’è che dire… è così.

Provate però ad ascoltare a volumi medi un disco molto conosciuto quale può essere la nona di Beethoven. Provate in mancanza di loudness attivato a cogliere le “nuance” volutamente create (anche in post produzione)dai fonici di Heribert Ritter von Karajan con questi diffusori e ditemi poi se valgono sempre e comunque le sperticate doti. Ho scritto a volumi medi … non vi azzardate ad alzare il volume per cogliere quello che manca altrimenti rischiate di bruciare un tweeter e allora sono guai veri a trovarne un altro.

Le Grundig Box 300 sono quindi a mio parere ottimi diffusori se li si considera esattamete quello che sono e non ci si aspetta nulla di più di quello che realmente possono dare.
L’abbinamento con le amplificazioni nate dopo la loro nascita non necessariamente si possono ben sposare con esse.

Il posizionamento in libreria o in nicchie non aumenta la piacevolezza d’ascolto ma accresce ed evidenzia problematiche di risonanza.

I diffusori si devono “vedere”. Infilarli nei buchi non aumenta i bassi ma eccentua i rimbombi: sono cose ben diverse.

Il prezzo di acquisto è sempre molto elevato. Grundig vendeva le Box 400 le Box500 e le 600 a prezzi maggiori. Grundig non avrebbe mai “fregato” la clientela con la consapevolezza di vendere a prezzo maggiore diffusori dal valore inferiore. Questo è lapalissiano ma ogni tanto devo ribadirlo altrimenti non mi sento bene con me stesso.

Sono convinto di essere stato un po’ lungo ma ci tenevo accoglierti nel nostro forum fornendo un po’ di nozioni atte a farti accorciare il percorso di conoscenza rispetto al mondo Grundig. Come ti sarai già accorto intorno al marchio svolazzano alcuni personaggi che tendono a far allungare la strada della crescita personale.