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#12948
StefanoStefano
Partecipante

Scusate se non ho più scritto, causa influenza durata qualche giorno, ma particolarmente violenta.
Comunque nei giorni di Pasqua, nonostante la febbre, sono andato avanti nel restauro, purtroppo però senza fare altre foto.
Di Frakkazzi ciucchi ne ho trovati parecchi altri, sparsi un po’ dappertutto (scheda toni e scheda finale), quindi il ricappaggio totale è stato inevitabile.
Lo zener spezzato in due, fortunatamente, non aveva cause particolari a monte ed è stato sufficiente sostituirlo. Evidentemente, si era rotto per “motivi suoi”… 🙂
La buona notizia è che tutti i componenti attivi si sono dimostrati in perfetta efficienza, quindi sotto questo aspetto non ho dovuto intervenire in alcun modo, solo sui finali mi sono limitato a cambiare le miche isolanti e stendere un nuovo strato di pasta termica (la sua originale era piuttosto secca).
Un plauso particolare va ai materiali impiegati: le schede sono fatte con una vetronite di ottima qualità, le piste sono larghe e piiuttosto spesse (in effetti, lo spazio non manca…) e le saldature le ho trovate quasi tutte ottime e lucide, tanto è vero che sono davvero poche quelle che ho dovuto rifare, e più per pignoleria che per reale necessità.
Dopo i controlli di rito (corrente di riposo – offset – tensione in uscita), alla prima accensione il suono è uscito bello pieno e corposo, facendo letteralmente volare (in senso buono) le piccole box 350 collegate per prova.
Questo ampli, a mio parere, ha una personalità piuttosto diversa dal resto della produzione G. dell’epoca (primi anni ’70, forse 1973)
Innanzitutto, non ha alcun tipo di loudness (nemmeno fisso), e già questo stupisce, non tanto per l’assenza in sè (tanto io non lo inserisco quasi mai), quanto per la scelta progettuale decisamente controcorrente rispetto a quelle che erano le “linee aziendali”.
Anche i controlli di tono li ho trovati piuttosto “discreti”, cioè con un livello di attenuazione e di enfatizzazione alquanto moderato.
Curiosità: questo apparecchio, come altri, presenta la particolarità che il balance – una volta portato all’estremo – non esclude completamente l’altro canale.
Nonostante la poca modificabilità della risposta, devo dire che il suono appare pieno ed equilibrato su tutto lo spettro audio, a conferma della bontà del progetto.
Mi sarebbe piaciuto ascoltarlo prima del mio intervento, ma purtroppo non è stato possibile e quindi, se ci sono differenze tra prima e dopo, temo che non lo saprò mai a meno di non poterlo confrontare con un altro completamente originale e ben funzionante (a trovarlo…).
In ogni caso, come sempre lascio le pippe mentali ai disadattati cronici e consegnerò l’ampli al suo legittimo proprietario affinchè se lo goda come merita.