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Ascolti a casa di Thomas: l’uomo che ha battuto il WAF* 3-1

Ascolti a casa di Thomas: l'uomo che ha battuto il WAF* 3-1

Il magnifico impianto principale di Roberto “Thomas”

Ascolti a casa di Thomas: l’uomo che ha battuto il WAF*  3-1

WAF*: dall’inglese “Wife acceptance factor” = fattore di accettazione da parte della moglie

Ho deciso di scrivere questo articolo per testimoniare come sia possibile integrare un impianto hi-fi vintage Grundig nel migliore nei modi  nel proprio salotto: credo che nessuno come Roberto “Thomas” di Modena sia riuscito in questo intento, che ne ha integrati ben tre nello stesso salotto!

Questo perchè la filosofia seguita da Roberto nell’allestire i tre impianti fa sicuramente parte della filosofia di questo sito: tutti sappiamo che è sempre meglio prendere tutti gli accorgimenti possibili per adattare al meglio il nostro ambiente d’ascolto, tuttavia non bisogna perdere di vista il fine ultimo per cui si acquista un impianto Hi-fi, ovvero ascoltare la musica che più ci piace nel modo per noi più comodo ed appagante.

Ebbene Roberto, per tutti noi frequentatori di questo forum meglio conosciuto come Thomas è il campione di questa filosofia.

Innanzitutto vanno fatte due doverose premesse che hanno la caratteristica di rendere sempre una esperienza piacevolissima ed altrettanto interessante una visita a casa sua.

La prima è che Roberto non solo è un appassionato di tutta la musica, veramente a 360 gradi, ma è stato anche musicista, nel senso che ha fatto il cantante in gioventù e quindi ha una grande esperienza non solo di musica riprodotta, ma anche e soprattutto di musica dal vivo. Questa sua grande passione per la musica fa sì che nelle due volte che lo sono andato a trovare ho sempre avuto modo di scoprire autori per me inediti ed altri di cui avevo solo sentito parlare, senza aver mai avere avuto modo di ascoltare qualcosa di loro.

La seconda premessa è che Roberto è un appassionato degli apparecchi Grundig fin dalla prima ora e quindi per casa sua sono passati quasi tutti gli apparecchi hi-fi famosi per la loro qualità (ed anche non) presenti nei cataloghi Grundig dal 1973 in poi, soprattutto in fatto di casse, amplificatori, di compatti ed anche di sorgenti sia analogiche che digitali.

La sua passione diventa materialmente palpabile davanti agli occhi dei suoi ospiti quando si entra nel suo salotto: sono presenti ben tre impianti stereo che sono un compendio degli apparecchi fra i più ricercati in assoluto della produzione Grundig, ci si tuffa a capofitto nelle pagine più belle dei Grundig Revue degli anni ’70 e dei primi anni ’80.

GRUNDIG REVUE 1978

Grundig Revue 1978 Copertina (cortesia di Wegavision.pytalhoist.com)

Gli apparecchi che compongono questi tre impianti sono il risultato di innumerevoli ascolti comparativi che si sono accumulati in tre decenni: la sua scelta è stata alla fine determinata sia dalla loro qualità che dalla loro perfetta integrazione con il salotto esistente e, come potrete vedere dalle foto inserite in questo articolo, il risultato è splendido dal punto di vista estetico: è da quest’ultimo punto di vista che nasce il titolo di questo articolo: tuttavia anche il risultato acustico è allo stesso livello.

Generalmente è molto difficile per ogni appassionato fare accettare alla moglie un impianto hi-fi, Roberto è stato tanto bravo ad integrare vari apparecchi della produzione Grundig, da riuscire addirittura a farne accettare tre.

Ma allora direte voi che state leggendo, come mai il punteggio è di 3-1 invece che di 3-0? Lo scoprirete solo leggendo….

Voglio sottolineare da appassionato di fotografia, che le foto non riescono a dare le sensazioni che si provano a vedere dal vivo tutti e tre gli impianti insieme: non abbiamo avuto a disposizione un grandangolare che potesse avvicinarsi alla sensazione visiva che si ha vedendo il tutto dal vivo.

Come si può vedere senz’altro dalle foto è comunque notevole il fatto che gli impianti sono stati perfettamente integrati nel salotto esistente, senza stravolgerlo, anzi diventando essi stessi bellissimi (almeno ai nostri occhi di appassionati della Grundig) complementi dello stesso arredamento.

In questo articolo non mi soffermerò certo solamente al lato tecnico dell’ascolto, ma cercherò di rendere l’idea della piacevolezza delle conversazioni che ho intavolato con Roberto: tale è il suo entusiasmo per la musica, la sua cultura musicale che è difficile smettere di intrattenermi con lui.

Torneremo su questo più avanti nell’articolo, ora inizio col dire che in realtà questo articolo è il rapporto della mia seconda visita a casa di Roberto, la prima è avvenuta nell’estate 2014, questa ai primi di Ottobre dell’anno appena passato; posso anticipare che in questa seconda visita Roberto mi ha fatto una grande sorpresa.

Passo quindi alla descrizione della disposizione degli impianti relativa al 2014 (che sono uguali a quelli di questa ultima visita con una sola, ma molto succosa novità): appena si entra nel salotto del suo appartamento sulla destra vi è un magnifico tavolo in vetro con le sue sedie (che già questo mi piace moltissimo, avendone uno simile anche io nel mio salotto), subito dopo, sulla parete sempre destra si può vedere l’impianto principale in tutto il suo splendore: il magnifico compatto Grundig Studio RPC 600 TP con i suoi accessori originali, ovvero il supporto “Tulip” ed il telecomando dedicato. Poi, subito al suo fianco, procedendo verso il centro del salotto posti sopra un tavolino in cristallo (che fa parte della serie del tavolo principale) altri due componenti che sono stabilmente nei desideri di tutti i collezionisti grundigofili, ovvero il primo CD player commercializzato dalla casa di Furth, il Grundig CD 30 (versione custom del primo CD player della storia, il Philips CD 100) e, al suo fianco, quell’apparecchio che ha rappresentato l’ultima evoluzione della tecnologia Grundig nel campo dei registratori a bobine, ovvero sua maestà TS1000.

L'impianto principale da altra angolazione

L’impianto principale da altra angolazione

La musica prodotta da questo impianto l’anno scorso era diffusa attraverso un paio di Audiorama 5000 che stazionavano nel lato opposto rispetto a quello in cui si entrava. Poichè questi tre apparecchi (come gli altri che andrò ad elencare del resto) sono in perfettissime condizioni tecniche ed estetiche, al solo guardarli mi ha fatto l’effetto di fare un subito un viaggio nel tempo, tornando al 1983 (anno in cui è uscito il CD30).

Il secondo impianto si trova di fronte al primo completamente installato sulla parete laterale opposta e consta di altri campioni assoluti della produzione Grundig: Amplificatore V7000, CD player Grundig CD 7500, giradischi PS 1020 e casse Box 400 inserite in libreria, come vedete sono classici dei classici.

Il "secondo" impianto di Thomas, da ascoltare seduti sul divano di fronte

Il “secondo” impianto di Thomas, da ascoltare seduti sul divano di fronte  a fianco dell’impianto principale

Non contento di questo, Thomas è riuscito ad inserire un terzo impianto sulla scrivania a fianco della libreria che ospita il secondo impianto, deputato alla riproduzione della musica liquida: infatti come sorgente usa il computer con apposita scheda audio collegato all’unico componente non Grundig presente in casa sua, ovvero un’amplificatore della JVC del 1977 o giù di lì (JVC JA-S10) che Roberto ha comprato in ricordo di una strepitosa recensione su Stereoplay (rivista ormai defunta da un pezzo, ma famosissima negli anni ’70) proprio per il suo rapporto qualità prezzo, completato da un paio di casse che mi hanno impressionato, sia per bellezza che per il suono, ovvero le Grundig Kugelbox 310, che viste dal vero sono ancora più belle che in foto. Queste di Roberto, sono perfette, non hanno un graffio, una botta e stanno sui loro supporti circolari originali, quasi impossibile da trovare oggi in vendita in condizioni così immacolate, vere campionesse dell’era Space-Age.

L'impianto per la musica liquida con le sorprendenti Kugelbox 310

L’impianto da scrivania per la musica liquida con le sorprendenti Kugelbox 310, altro piccolo grande capolavoro della Grundig.

Facendo un breve riassunto dell’incontro dell’anno scorso, devo dire che ero subito rimasto impressionato delle qualità soniche di tutti e tre gli impianti, proporzionalmente quello che mi aveva colpito di più era stato quello installato sulla scrivania, non mi aspettavo una tale qualità dalle Kugelbox 310, sulla scrivania sembrava animarsi, ridotto in scala, tutto il palcoscenico virtuale di ogni incisione. Sicuramente il JVC è un amplificatore di qualità, come si diceva in quella prova di Stereoplay: sarebbe bello un giorno fare un confronto con il Grundig V20, sarebbe un bel motivo per organizzare il prossimo incontro…

Anche gli altri due impianti suonavano benissimo, ma cosa ve lo dico a fare, visto i loro componenti? Una cosa che avevo annotato nella mente era che il CD 30 non sembrava essere per niente inferiore al CD 7500, ma bisogna sottolineare che il confronto non è per niente scientifico, in quanto erano collegati comunque a due amplificazioni diverse. Ricordo bene che commentando il suono delle Audiorama 5000, poste davanti alla porta finestra che dava sul balcone sul lato opposto a quello di entrata dove noi stavamo ascoltando, Roberto fece la giusta osservazione, che ho condiviso in pieno, che sembrava vedere i musicisti suonare sul balcone.

Questa è la M44 degli anni '70, da non confondre con quella in produzione attualmente

Questa è la M44 degli anni ’70, da non confondre con quella in produzione attualmente – cortesia vintage-audio.com.ua – clicca per ingrandire

Per saggiare gli impianti avevamo ascoltato quasi interamente pezzi che avevo portato da casa mia, l’unica eccezione fu data da un disco 33 giri di Burt Bacharach che avevamo ascoltato sul PS 1020 con testina Shure M44E originale degli anni ’70 del secondo impianto, e devo dire che avevo apprezzato moltissimo anche il suono analogico. La Shure M44E  prodotta negli anni ’70 con standard qualitativi ben diversi da quelli usati nella produzione attuale, è stata la seconda sorpresa di quel primo incontro.

Tornando a casa non avevo potuto fare a meno di pensare quanto sia stato bravo Roberto ad integrare quei bellissimi impianti nel salotto di casa, mentre io ero riuscito a malapena a fare accettare a mia moglie l’amplificatore più piccolo della Grundig, l’ottimo V20, dopo essere stato costretto a vendere un magnifico Receiver R35A silver con strumenti retroilluminati di verde: è stato il primo apparecchio che avevo comprato della Grundig nel Luglio 2013, per me aveva anche un valore sentimentale, mi ricordava di quando negli anni 1976-1978 sognavo di possederlo, ma era fuori portata per mio padre, che per sua precisa scelta doveva mantenere tre figli ed una moglie casalinga.

Solo qualche mese dopo quel primo incontro io e Roberto Thomas ci trovammo a casa di Giancarlo Feraguti insieme a tutti gli altri cofondatori di questo sito. Qui avete il resoconto di quell’incontro avvenuto sulla scia di questa mia precedente esperienza d’ascolto, proprio perchè tutti i fondatori del gruppo Grundiglove ed altri aficionados del marchio Grundig potessero ascoltare il “famoso” impianto di Giancarlo.

Dopo quell’occasione io e Roberto non ci siamo più incontrati, pur abitando a non più di 45 km l’uno dall’altro: a metà Luglio ricevo un espresso invito da parte sua per un ulteriore piacevole incontro a casa sua. Invito che ho accettato con entusiasmo, anche perchè la volta scorsa non avevo avuto modo di ascoltare il TS 1000 perchè era ancora da Marco Cristadoro per una revisione generale. A causa di impegni personali, ho accolto il suo invito ai primi di Ottobre dello scorso anno, ed appena entrato a casa sua ho capito immediatamente quale era il motivo del suo nuovo invito, davanti alla portafinestra che porta sul balcone facevano bellissima mostra di sè le mitiche Grundig Audioprisma 703 con il loro stand originale!

Le Audioprisma 703, dalla Repubblica Ceca al salotto di Thomas

Le Audioprisma 703 con supporto originale, dalla Repubblica Ceca al salotto di Thomas

Immaginavo che un accanito collezionista del marchio Grundig come Roberto sarebbe prima o poi arrivato ad averle, ma non è stata una ricerca facile visto che le ha individuate in Repubblica Ceca e, come sempre in condizioni tecnico-estetiche strepitose.

Lo Studio RPC 600 TP come da catalogo, praticamente uguale a quello di Thomas

Lo Studio RPC 600 TP come da catalogo, praticamente uguale a quello di Thomas

Visto che, come la volta precedente, non avevo più di due ore a disposizione, abbiamo cominciato subito gli ascolti: a differenza della volta scorsa, questa volta la selezione è stata operata tutta da Roberto (anche perchè io non avevo comunque portato niente con me, sapendo che a lui non manca certamente il “software”), e si è trattato solo di ascolti analogici attraverso il giradischi Dual 1239 montato sul magnifico Studio RPC 600 in condizioni commoventi, pari non al nuovo, ma al catalogo Grundig Revue: tutto quello che è telecomandabile funziona perfettamente senza tentennamenti o rumorosità, insomma semplicemente un gioiello! Sul Dual 1239 vi è ancora la testina montata in origine, ovvero la Shure DM 95G, che altri non è che una Shure M75G Type2 ridisegnata esternamente per il sistema dei portatestine intercambiabili Dual TK con stilo originale N75 GT2 (quello famoso…).

Roberto esordisce dicendomi che mi fa ascoltare subito il disco che, fra tutti quelli che possiede (e non sono pochi…), in quanto alla capacità di ricreare l’ambienza dello studio di registrazione lo impressiona di più: con mia grande sorpresa è un disco inciso in Italia, ovvero una raccolta di successi di Domenico Modugno della collana Lineatre RCA uscita nella seconda metà degli anni ’70.

Dovete sapere innanzitutto che il nome “Lineatre” era dovuto al fatto che quando uscì questa collana della RCA a partire dal 1978, che era composta solo da compilation di brani dei loro artisti più famosi, i dischi che ne facevano parte erano venduti a 3.000 Lit., contro le 5.000 lire che erano necessarie per comprare gli album del catalogo normale: in effetti si trattava di una linea economica.

Ebbene io all’epoca avevo comprato almeno due raccolte di Lucio Battisti del catalogo Lineatre: la prima in particolare perchè conteneva la famosissima “Canzone del Sole” che non era mai uscita su qualche LP, ma solo su 45 giri: o avevi quello o non potevi ascoltarla, se non per radio. Insieme a quel brano ce ne erano altri tratti da “Umanamente uomo: il sogno”, che io avevo già comprato in edizione originale. Facendo il confronto fra i brani del disco originale e quelli inseriti nella collana Lineatre, non si poteva fare a meno di notare che la qualità di incisione era decisamente inferiore. Sembrava normale pensare che ad un prezzo inferiore corrispondesse una qualità di incisione parimenti inferiore.

Questa volta sono invece rimasto sbalordito: complici ovviamente le Audioprisma 703, il realismo di quel disco è eccezionale, Modugno sembrava veramente presente davanti alla portafinestra del salotto di Roberto, non ha mai sentito “Il vecchio frac” in questo modo…. Anche gli ingegneri del suono italiani negli anni ’50 sono riusciti ad emulare quelli americani, non ho mai sospettato che le incisioni di Domenico Modugno fossero così curate.

Voglio però ben rimarcare, onde evitare incauti acquisti da parte di chi ci legge, secondo anche quelle che sono le esperienze di Roberto, che questo disco è l’eccezione che conferma la regola, ovvero che tutti gli altri Lineatre in nostro possesso hanno una qualità di incisione nettamente inferiore alle uscite originali da cui venivano tratti i brani.

Quindi se siete interessati a questo disco fate bene attenzione: il disco in questione della Lineatre si chiama “DOMENICO MODUGNO: I SUCCESSI DI SEMPRE” vedi copertina qui sotto.

Cortesia di "Althearecords.com" clicca per ingrandire

Cortesia di “Althearecords.com”

Nelle pause fra un ascolto e l’altro Roberto non ha potuto che ribadire, tenete presente che lui ha posseduto un numero indefinito di diffusori Grundig (solo per fare un esempio ha comprato ben tre coppie di 850a Professional per poi tenere quella sonicamente migliore), che le Audioprisma 703, sempre a suo parere, sono le sue parole, le battono tutte, anche le Audiorama 5000. Riescono a dare una sensazione di riproduzione “dal vivo” come nessun altra.

Roberto mi ha poi proposto alcuni suoi Lp di autori a me ancora sconosciuti: se conoscevo il nome di Brenda Lee, cantante americana degli anni ’50 e ’60, non avevo mai ascoltato nulla del suo repertorio: non sospettavo che a fronte di un aspetto così rassicurante, alla Doris Day, nascondesse una voce così graffiante. L’album che abbiamo messo sul piatto era per la precisione era “Johnny one time”, uscito nel 1969.

Qui i riferimenti dell’album “Johnny one time”  mentre qui di seguito vi propongo il video della canzone inclusa in questo lp che abbiamo ascoltato per prima, ovviamente, essendo una cover di una delle più famose composizioni di Burt Bacharach.

 Abbe Lane e il suo primo marito Xavier Cugat, nel 1956. ANSA / ARCHIVIO STORICO

Abbe Lane e il suo primo marito Xavier Cugat, nel 1956. Cortesia  ANSA / ARCHIVIO STORICO

Dopo questo disco, ci siamo intrattenuti con un altro disco piuttosto “antico” di Xavier Cougat, notissimo musicista della fine degli anni ’50 famoso per aver fatto conoscere al pubblico italiano molti ritmi sudamericani attraverso sue apparizioni agli show del Sabato sera di allora, ed anche per essere il marito della famosa soubrette americana Abbe Lane, conduttrice a sua volta di alcuni di quei show cui accennavo prima.

Qui i riferimenti a questo album album uscito nel 1962, icona di quel periodo pre-Beatles.

Successivamente Roberto propone alla mia attenzione due autori italiani sconosciuti al grande pubblico decisamente innovativi:il primo è Puccio Roelens, un interessante musicista ed arrangiatore italiano che nel 1976 pubblicò un album decisamente innovativo “Research of Sound” praticamente introvabile oggi in edizione originale se non a prezzi “indecenti”. Roberto mi ha detto che la versione in vinile che abbiamo ascoltato è una ristampa recente, ma la qualità del suono in effetti non è al top e non al livello della incisione originale che lui possiede in formato liquido FLAC. Veramente al top invece i brani che potrete ascoltare da questo disco che possiamo dire di genere Funky, che ricorda parecchio certe sigle di film e telefilm polizieschi americani. Qui potete ascoltare il brano “The taste of repeat” molto rappresentativo del genere musicale.

Altro musicista italiano che Roberto pone alla mia attenzione è Stefano Torossi, autore di parecchie colonne sonore di film italiani durante gli anni ’60 e ’70 che, forse per avere maggiore fortuna sui mercati anglosassoni, incide il suo unico album “Feelings” con lo pseudonimo di un Duo (cosa veramente curiosa), ovvero “Jay Richford and Gary Stevan” nel 1986

Il genere non si discosta moltissimo da quello di Puccio Roelens, rimane un funky elettronico godibilissimo ancora oggi. Dal suddetto album Vi propongo l’ascolto della prima traccia “Flying High”

Tuttavia l’ascolto di solo questo brano è riduttivo, se cercate con “Stefano Torossi” potrete trovare l’intero album, scoprirete un autore interessante ed innovativo per l’epoca, ma molto attuale anche oggi. Se mettessimo questo album all’attenzione di Quentin Tarantino, chissà che non userebbe qualcuno di questi brani come colonna sonora per un eventuale ulteriore seguito di “Pulp Fiction”.

Potete trovare qui tutte le notizie riguardo Puccio Roelens e qui quelle relative a Stefano Torossi (per gentile concessione di Wikipedia).

A questo punto non poteva mancare l’ascolto di un apparecchio che ho sempre ammirato nei cataloghi come un sogno inarrivabile, ma mai ho potuto ascoltarlo, il registratore a bobine, sua maestà TS 1000, ora perfettamente ricondizionato dalle sapienti mani di Marco Cristadoro. Purtroppo Roberto in quel momento non aveva a disposizione un nastro inciso da case discografiche in originale, abbiamo quindi ascoltato una registrazione da CD, e che dire, la sua fama non è per niente immeritata.

Sfortunatamente le ore 19 arrivano alla svelta, non posso indugiare in altri ascolti e viene così il momento del congedo.

In realtà non riesco a rispettare gli orari per il ritorno perchè Roberto mi chiede ulteriori informazioni riguardo la mia infanzia che ho descritto in questo articolo; i miei ricordi si mescolano con quelli della gioventù di Roberto, quando cantava in un gruppo locale di Modena. Così è trascorsa un’altra mezzora, ma se non fosse stato per le mogli impiazienti che ci aspettavano per cena, penso che avremmo potuto restare a parlare fino a notte; per me è stato veramente un grande piacere questo scambio di ricordi ed esperienze personali indelebili per ognuno di noi.

Mentre torno verso casa, non posso che tornare a pensare come l’ambiente inevitabilmente influisce sulla resa finale di ogni impianto, nel senso che rispetto alle Audioprisma 703 ascoltate nell’ambiente di Giancarlo, quelle di Roberto suonano in modo leggermente diverso: danno una grandissima trasparenza, intesa come sensazione di avere i musicisti fisicamente davanti a te, perdono un pochino come profondità dei bassi, fatto dovuto quasi sicuramente al gol della bandiera segnato dal WAF (fattore di accettazione muliebre).

Nel salotto di Roberto non è presente un tappeto, che avrebbe aiutato moltissimo sul piano della resa dei bassi, perchè sarebbe difficilissimo da sistemare in quell’ambiente particolare, e questo spiega il punteggio nel titolo di questo articolo (3-1): rimane il fatto che tutti noi ci baceremmo i gomiti per avere un risultato simile a quello ottenuto da Roberto, che, a costo di ripetermi, con la sua grande passione per la musica e per la Grundig, ha avuto la tenacia e la pazienza per completare nel modo migliore l’impianto ammiraglio dei tre che ha allestito in salotto.

Lui stesso ci ha tenuto a precisare che per lui è veramente importante ascoltare la musica sia quando sta facendo qualcos’altro, sia quando si concentra sull’ascolto, ma non è disposto a sconvolgere un ambiente già così ben congegnato e litigare col resto della famiglia per inserire un tappeto.

Io condivido in pieno questo approccio alla musica ed agli impianti hi-fi e voglio rifare ancora una volta pubblicamente i miei complimenti a Roberto per le soluzioni che ha trovato, sia per la “magnificenza” (non è un termine esagerato, vi assicuro) degli apparecchi che le compongono, che per il risultati sonici.

Se avete in programma di passare dalle parti di Modena, magari chiedete a Roberto se è possibile andare a trovarlo, farete un magnifico viaggio nel tempo e nell’ancor oggi sorprendente mondo dell’hi-fi Grundig, qui rappresentato nelle sue migliori realizzazioni. Ah, dimenticavo, non ponetevi però troppi limiti per il ritorno, perchè l’entusiasmo per la Grundig e per la musica di Roberto è fortemente contagioso……e vi trovereste a rimandare continuamente il momento del congedo.

Momento del congedo che invece è arrivato anche per questo articolo: come da tradizione Vi propongo un video musicale prima della fine. Più sopra stavamo parlando delle colonne sonore di film anni ’60 e ’70 scritte da Puccio Roelens e Stefano Torossi : riprendo l’argomento proponendovi il video di una colonna sonora del 1970 a me particolarmente cara, legata indissolubilmente a quel periodo delle elementari quando si cominciano a capire le trame dei film ed i bambini stressano i loro papà (spesso vittime sacrificali in questo ruolo, soprattutto nel caso di figli maschi) per farsi portare al cinema. Questa è la colonna sonora di uno dei primi film visti al cinema con mio padre, in ogni caso per me bellissima, all’altezza di quelle più famose scritte da Morricone ed altre ancora che hanno contribuito alla fama mondiale del genere spaghetti western. Scritta da Franco Micalizzi, interpretata da un certo “Annibale” un nome d’arte dietro il quale si nasconde un cantante italo-australiano, Annibale Giannarelli, che nonostante una voce alla Tom Jones, non ebbe in seguito alcuna fortuna (fonte: Wikipedia), ecco a voi la title track del film “Lo chiamavano Trinità”  (come noi da oggi potremmo chiamare Thomas a ragion veduta per i suoi tre impianti), interpretato da Terence Hill e Bud Spencer: non era il primo che interpretavano insieme, ma è il primo che faceva la parodia allo spaghetti western sostituendo le scazzottate ai colpi di pistola, e divenne il primo di una lunga serie di film che ebbero un grandissimo successo in tutta Europa e negli Stati Uniti che li rese la coppia di attori italiani più famosa all’estero (in Germania, come in Giappone ed Israele, solo per fare alcuni esempi, sono oggetto di un vero fenomeno di culto).

7 Comments

  1. Ho avuto modo di conoscere Roberto “Thomas” in occasione del meeting di Pomposa, durante il trasferimento in automobile all’ Abbazia mi ha colpito la sua modestia e competenza, non dubito che gli ascolti a casa sua siano stati di altissimo livello.
    A presto per il prossimo Meeting!
    Fabrizio Ruggeri

  2. L’inesauribile capacità di raccontare, mi ha nuovamente fatto fare un viaggio nel tempo e nella passione. Come sempre, grazie Luca.
    E complimenti “Thomas”!

  3. Ore 1,24, come faccio solitamente, mi concedo la lettura dei tuoi articoli a notte fonda, lontano dai rumori e distrazioni del giorno. Aspettiamo tutti il prossimo ovviamente.

  4. Luca sempre eccezionale nei suoi articoli…….. ormai lo sappiamo bene insuperabile. Ho conosciuto Thomas al meeting…….scambiandoci solo poche parole un gran signore con la S maiuscola. Complimenti Thomas per i tuoi apparecchi sonici.

  5. Grazie a tutti .
    Voi sapete come è questa passione.
    Ti spinge a cercare e provare sempre nuove “cose” , molti sono i cambiamenti e non do mai per definitivo un impianto. Al momento questa è la mia situazione, ovviamente moglie permettendo ! 🙂

  6. Complimentissimi per gli impianti!! E un grosso grazie per avermi fatto conoscere due gran bei dischi come quelli di Puccio Roelens e Stefano Torossi…

  7. Buon 2016 a tutti voi cari amici. Desideravo semplicemente fare i complimenti al sig. Luca per l’interessante resoconto, leggo sempre con piacere ed attenzione tutti i suoi interventi, ed al Sig. Thomas per gli impianti allestiti. Apparecchi dallo stato conservativo veramente da copertina, integrati perfettamente nell’ambiente domestico. In particolare, la bellezza estetica dei compatti stereofonici della Grundig (possiedo uno Studio 3010 A da ricondizionare) è veramente unica. Macchine da Musica complete, poco ingombranti e semplici da usare. Cari saluti a voi tutti ancora e…attendo nuovi articoli 🙂

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